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Ferrara, prenotano e poi saltano la visita specialistica. In un anno e mezzo 13mila volte

Ferrara, prenotano e poi saltano la visita specialistica. In un anno e mezzo 13mila volte

Castaldini: in regione 143mila prenotazioni a vuoto, cambiare il sistema

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Ferrara In percentuale il numero non suscita particolare sorpresa, il dato assoluto fa capire, invece, quanto sia grave il fenomeno. Oltre 13mila prestazioni sanitarie sono andate perdute nel Ferrarese per l’assenza del paziente, che non si è presentato e non ha dato modo al sistema sanitario di poter inserire un altro utente al suo posto. Resta quindi una quota di utenti che, nonostante le sanzioni previste per l’inosservanza dell’obbligo di disdetta, si comporta con indifferenza e causa comunque un danno tutta la platea degli assistiti dal Servizio sanitario nazionale.

A mettere in fila i conti di un anno e mezzo di mancate disdette negli ambulatori specialistici emiliano-romagnoli è stata la capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Valentina Castaldini. Dal 1° gennaio 2023 al 21 giugno 2024 sono state 143.237 le persone che non si sono presentate a una visita medica o a un esame programmati tramite il Servizio sanitario nazionale, senza disdire l’appuntamento. In termini percentuali, sottolinea il comunicato di Castaldini, significa l’1,77% delle prestazioni. «È il cosiddetto fenomeno del “no show” – prosegue la nota – un problema che interessa l’intero settore sanitario emiliano-romagnolo e su cui bisogna intervenire in modo risolutivo». Nel periodo della rilevazione il numero che colpisce di più è quello di Bologna con 41.216 prestazioni non erogate (l’1,96% del totale), ma anche nell’Asl della Romagna il dato è esorbitante: (l’1,96% del totale, l’1,59%). A Ferrara le visite e gli esami “bruciati” sono stati 13.836 (1,56%) ma a qualcuno è andata peggio se si osserva l’incidenza del fenomeno: a Piacenza il dato è salito fino al 3,05% (12.183 prestazioni) e a Parma al 4,25% (21.424) mentre la percentuale si raffredda a Reggio Emilia (0,86%; 5.523 prestazioni); a Modena (0,80%, 7.112 prestazioni) e ad Imola: (1,50%, 5.569 prestazioni).

L’attuale normativa stabilisce che la cancellazione dell’appuntamento deve avvenire almeno due giorni lavorativi prima della data fissata, in modo da ottimizzare le agende di prenotazione. Chi non effettua la visita o l’esame senza darne preavviso deve pagare ugualmente il ticket sanitario, salvo i casi di forza maggiore.

«Questi numeri rivelano ciò che, purtroppo, già sappiamo attraverso le esperienze dei cittadini – commenta Valentina Castaldini – le lunghezze delle liste d’attesa sono così esasperanti che un paziente spesso, alla fine, disdice o non si presenta. Perché nel frattempo può essersi attivato per una soluzione più immediata, nel privato o emigrando in altre Asl. Oppure, situazione ancora più grave, nel frattempo sono insorte altre patologie per cui quella visita o quell’esame diventa addirittura inutile. In questa Regione serve una riforma complessiva della sanità. La cosiddetta presa in carico deve essere da parte del medico, in modo tale che sia sempre lo stesso professionista a seguire nel tempo il percorso di un paziente». l

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