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L’intervento

Ferrara, Prospettiva della Ghiara torna a splendere: restauro da 100mila euro

Ferrara, Prospettiva della Ghiara torna a splendere: restauro da 100mila euro

Conclusi i lavori finanziati interamente dal Comune

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Ferrara Si è concluso il restauro della Prospettiva della Ghiara (via XX Settembre, Ferrara). Il percorso è stato interamente finanziato dal Comune di Ferrara per un importo complessivo di centomila euro.

IL MONUMENTO

Portone d’ordine dorico posto in fondo alla strada un tempo compresa in via della Ghiara, è stata nel XVI secolo la via d’accesso a una delle più belle delizie estensi, situata in corrispondenza dell’attuale parco del Montagnone. Fu trasformato nell’attuale Prospettiva dall’architetto Gaetano Genta nel 1786, che lo inserì nel contesto edilizio e lo fece diventare, parallelamente alla Prospettiva di corso Giovecca, il fondale scenografico di una delle strade più importanti di Ferrara. Ora il restauro restituisce la Prospettiva nella sua rinnovata bellezza, integrando il restauro nel più ampio intervento di riqualificazione dell’accesso Est di Ferrara.

IL CANTIERE

I lavori si sono concentrati sul restauro del paramento murario di entrambe le facciate della Prospettiva comprensivo del portale, delle modanature in elementi lapidei e dell’imbotte dell’apertura con l’obiettivo di ripristinare la sua integrità estetica originale. A tale scopo sono state messe in campo indagini e saggi stratigrafici sui paramenti murari e campionature con analisi di laboratorio allo scopo di verificare l’effettiva interpretazione degli ordini architettonici che la Prospettiva della Ghiara presentava ai tempi della sua realizzazione.

Gli interventi realizzati sono insistiti sull’eliminazione della vegetazione, la pulitura del paramento mediante idropulizia, la risarcitura delle  lesioni con la tecnica di scuci-cuci,  il consolidamento e ripristino del paramento murario, le integrazioni di elementi in laterizio e di parti lapidee, la stilatura dei giunti con malta di colorazione adeguata, impacchi chimici a base di polpa di cellulosa per rimuovere i depositi superficiali assorbiti dal mattone con l’umidità di risalita nel corso degli anni. Si è proceduto infine alla velatura a base di calce e terra naturale di differente cromia verificati a seguito delle indagini effettuate, la pulizia dei pinnacoli e il restauro dell’epigrafe, che ricorda il restauro dell’arco prospettico nell’anno 1786 a cura di Stefano Graziadei, giudice dei Savi, e degli altri dieci componenti del Maestrato.