Ferrara, «lavori di restauro al Castello Estense da giugno 2025». Dubbi sulla strategia
Le risorse arrivano da Regione e Provincia: ora si pensa al cantiere che durerà dai 3 ai 4 anni
Ferrara Buone notizie per il monumento simbolo di Ferrara e della sua provincia: i soldi per il restauro del Castello Estense ora ci sono, da qui in poi si tratta “solo” di capire qual è il piano dei lavori. L’ufficialità è arrivata dopo che la Giunta Regionale, con una delibera approvata lunedì, ha provveduto ad assegnare risorse per 3 milioni di euro alla Provincia di Ferrara per l’intervento denominato “Riparazione dei danni, miglioramento sismico e rifunzionalizzazione degli spazi museali del Castello Estense di Ferrara”. L’assegnazione è avvenuta a seguito di una manifestazione di interesse, aperta lo scorso settembre, a cui la Provincia, proprietaria dell’edificio, ha risposto con un progetto al quale è stata riconosciuta non solo l’elevata complessità dell’intervento, ma anche un interesse sovracomunale rilevante, due condizioni imprescindibili per l’ottenimento del finanziamento regionale.
I 3 milioni, sommati al milione aggiunto dalla Provincia stessa, consentono quindi di ripristinare l’originario quadro finanziario di oltre 16 milioni, premessa indispensabile per dare il via ai lavori di restauro e consolidamento sismico e funzionale del Castello Estense. «Questo è l’intervento post sisma tra i più importanti per il nostro territorio. Era di fondamentale importanza mettere insieme il pacchetto di risorse – ha affermato con sollievo il neo insediato presidente della Provincia Daniele Garuti, sindaco di Poggio Renatico – ci aspetta un percorso delicato, ma intanto questa è una grande soddisfazione che ci permette di scrivere un punto di partenza. Vengo dal completamento del Castello Lambertini di Poggio: ne lascio uno per occuparmi di un altro, ben più grande e complesso. Ora si tratta di procedere in stretta sinergia con il Comune e la Soprintendenza, perché se è vero la proprietà è in capo a noi, la ricaduta dell’impatto turistico è a beneficio della città, per questo uno dei criteri che seguiremo, sarà di creare il minor impatto possibile». Intanto la prima conseguenza riguarda proprio l’apparato amministrativo della Provincia, che dall’estate ha dovuto traslocare gli uffici al 105 di Corso Isonzo.
Al momento c’è molta cautela nel definire tempi e modalità, che sono oggetto del tavolo di lavoro avviato ormai 4 anni fa, quando si è iniziato ad mettere a terra il progetto. La stima della durata è quella di 3 o 4 anni, a partire da giugno 2025. Le impalcature procederanno per “lato”. Eventuali miglioramenti saranno negoziati con le ditte partecipanti nel corso della gara. «Saluteremo il nostro Castello con un’ultima mostra nei primi sei mesi del 2025, che a breve annunceremo – ha rivelato Marco Gulinelli, assessore alla Cultura del Comune di Ferrara – poi fronteggeremo la sua chiusura andando a concludere, tra il prossimo anno e il 2026, i lavori di ristrutturazione di Palazzo Massari, che diventerà un contenitore di rilievo, ospitando in modo permanente il Museo Boldini e De Pisis con i depositi dell’’800 e ’900 e la Collezione Farina. A questo si aggiungeranno Palazzo Prosperi Sacrati e il Museo del Risorgimento e della Resistenza. Nell’attesa di poter tornare ad ammirare il Castello, abbiamo molti altri luoghi di interesse culturale, storico e architettonico, che valorizzeremo al meglio, oltre a poter contare sempre sul Palazzo dei Diamanti». «Sarà impegnativo, ma anche molto stimolante seguire i lavori – ha concluso Garuti – vederli realizzati sarà un grande regalo per città e provincia».