Ferrara, chiama i carabinieri ma gli risponde ancora il truffatore
La vittima di 80 anni non ha abboccato al trucco del finto incidente, ma quando ha telefonato al 112 dall’apparecchio fisso gli ha risposto ancora il truffatore
Ferrara Quando ha ricevuto la ormai tristemente nota telefonata truffaldina da parte di un finto carabiniere che lo informava di un grave incidente provocato dal figlio, la vittima di turno ha capito l’imbroglio, ha riattaccato e - come più volte suggerito dalle forze dell’ordine – ha chiamato subito il 112. Ma dall’altra parte del filo, con sua sorpresa, ha risposto la stessa voce: «Certo che siamo i carabinieri, adesso ne ha avuto conferma, suo figlio ora si trova in caserma e per evitare l’arresto dovrà consegnare una somma all’avvocato che tra poco si presenterà a casa sua». Per fortuna l’anziano sapeva senza dubbio dove si trovava il figlio in quel momento, e non è caduto nel tranello. Interrotta la comunicazione sul fisso, ha usato il cellulare per chiamare il 112 e, questa volta, a rispondergli è stata la vera centrale operativa dei carabinieri.
Protagonista della vicenda, un ottantenne ferrarese: al sollievo per la truffa sventata è seguita però l’inquietudine per l’esito della prima verifica fatta con il fisso. Come è possibile - si è chiesto - che digitando il 112 mi sia messo in comunicazione con i truffatori? Il suo caso in realtà, gli è stato spiegato in sede di denuncia, è tutt’altro che infrequente e soprattutto niente affatto misterioso. Succede che quando riceviamo una chiamata sul telefono fisso, non basta riagganciare per interrompere la conversazione. Se l’interlocutore non abbassa a sua volta la cornetta, infatti, per un certo lasso di tempo la linea rimane attiva e qualsiasi numero si componga subito dopo, rimanda alla chiamata “sospesa”. È facile quindi credere che dall’altra parte c’erano i veri carabinieri, ed è anche questo uno dei motivi per cui i malviventi agganciano numeri fissi, del resto utilizzati ora soprattutto da persone anziane. Un particolare questo, a cui fare molta attenzione per non rischiare di ricevere rassicurazioni ingannevoli. In questo caso il trucco non ha funzionato perché la “preda” aveva capito fin dall’inizio che la storia era una frottola. Non solo perché aveva la certezza che il figlio fosse al sicuro, ma anche perché era stato messo in allerta da un’altra circostanza: gli interlocutori, con il pretesto di sentire dei rumori in sottofondo, gli avevano chiesto se ci fosse qualcuno vicino a lui o se fosse solo in casa.