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L’incontro

Aguscello, telecamere e buone pratiche per evitare i furti in abitazione

Daniele Oppo
Aguscello, telecamere e buone pratiche per evitare i furti in abitazione

Ieri mattina dopo la messa l’incontro tra carabinieri e residenti nella frazione presa di mira dai ladri

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Aguscello Le telecamere sarebbero un grande aiuto. I controlli sono aumentati, le passeggiate di quartiere, che riprendono da oggi, sono un buon deterrente, per quanto limitato. Ma serve anche essere più fiduciosi nelle forze dell’ordine quando intervengono a danno fatto, è necessario raccontare tutto quello che si sa, senza remore, per permettere loro di indagare al meglio.

È stata una riunione piuttosto partecipata, quella di ieri mattina nella sala costruita nel retro della chiesa di San Michele, ad Aguscello. Circa una cinquantina di residenti hanno risposto all’appello dei carabinieri e dei referenti del comitato di quartiere, rappresentati da Cora Talmelli. Un incontro, per la verità, che i militari hanno organizzato per istruire le persone su come comportarsi in caso di tentativi di truffa, ma che è stato trasformato in un incontro per parlare dei furti in abitazione, dopo il colpo avvenuto la settimana scorsa in una villetta e che, dopo mesi di tranquillità, ha riacceso nei residenti il timore di essere rientrati nel mirino di qualche banda di ladri. «Questo è un territorio tranquillo, non vi dovete allarmare o fatelo con cognizione di causa», ha messo in chiaro il maresciallo Francesco Sblendorio, comandante della stazione di Baura sotto la cui “giurisdizione” ricade il controllo anche di Aguscello. «Abbiamo aumentato i controlli», assicura il militare, il che significa che ci saranno più passaggi di auto dei carabinieri per controllare che tutto vada bene o far desistere dall’azione eventuali malintenzionati. Ma questo non è sufficiente di per sé, sopratutto in un’area residenziale priva di qualsiasi attività commerciale che possa costituire un presidio. È chiaro che serve una somma di fattori. Le telecamere, a partire da quelle pubbliche chieste a gran voce da molti residenti con un una petizione rivolta al Comune, sono una delle armi principali. Ma anche quelle private possono essere di grande aiuto, insieme ai sistemi di allarme e alle inferriate e altri sistemi anti effrazione.

Il maresciallo – che ha risposto anche alle varie domande dei residenti – ha insistito più volte sulla necessità di essere più aperti con le forze di polizia che intervengono e di raccontare loro tutto ciò che si sa, soprattutto per non perdere tempo prezioso e scoprire troppo tardi cose importanti: «Bisogna collaborare dalla A alla Z, tutto quello che si sa bisogna dirlo». Ci sono poi i comportamenti individuali che possono aiutare a prevenire le visite sgradite: non annunciare ai quattro venti che si va in vacanza e che quindi si starà per diverso tempo fuori casa è uno dei consigli principali. Ma ci sono anche comportamenti attivi, come segnalare la presenza di persone o automobili che si ritengono sospette, sia nelle chat dei residenti sia al 112 in modo che possa inviare sul posto una pattuglia e fare le verifiche del caso. È importante anche perché le bande di malviventi più organizzate passano un po’ di tempo, anche solo 24 ore, nell’attività di ricognizione, studiando la famiglia e i suoi movimenti. Meglio, dunque, che vengano disturbati in questa loro attività, perché è più probabile che desistano.