Spiagge dei Lidi piene di rifiuti e Cna chiede un piano emergenziale
Legna, bottiglie e plastica trasportati dal fiume Po. L’associazione di categoria: «Problemi di sicurezza e danno di immagine»
Lidi È un’altra delle conseguenze del maltempo e delle piene del Po e delle mareggiate, l’accumulo di legna a quintali, ma anche di bottiglie, lattine, rifiuti piccoli e grandi, e addirittura sedie, piccoli mobili ed elettrodomestici sulle spiagge dei Lidi. E ora è sempre più urgente rimuoverli, come chiedono con forza i balneari di Cna Ferrara.
«I rifiuti ammassati a riva – spiega il presidente dei balneari Cna, Nicola Ghedini – creano enormi problemi di sicurezza, e producono anche un grave danno di immagine nei confronti dei turisti che decidono di passare una giornata al mare in autunno, cosa che ormai accade con una certa frequenza. Non è tutto: con le cataste di rifiuti ammassate sulla riva è impossibile procedere al ripascimento delle spiagge, ed è altrettanto impossibile alzare le dune di sabbia che durante il periodo invernale proteggono i bagni dal vento forte e dalle possibili mareggiate». «È chiaro – aggiunge la responsabile dei balneari Cna Ferrara, Linda Veronese – che i costi di una rimozione così importante non possono essere sostenuti dalle finanze del solo Comune di Comacchio, anche perché si tratta di detriti provenienti in gran parte da altri territori, giunti a mare lungo l’asta del Po e la rete degli affluenti. Clara, la società che sul territorio si occupa di smaltimento dei rifiuti e ambiente, interpellata da Cna ha dichiarato che trattandosi di importanti quantità di rifiuti non derivanti dalla racconta differenziata, ha dovuto interloquire con Regione Emilia-Romagna, Protezione civile e Arpa, per mettere in campo tutte le procedure necessarie alla rimozione nel rispetto delle norme ambientali vigenti».
Bisogna fare presto, dicono i balneari Cna, che ora si appellano proprio alla Regione: «Siamo convinti – dice Ghedini - che dovrebbe inserire lo sgombero dei rifiuti dalle rive dei Lidi nel piano di aiuti alle aree colpite dall’alluvione di ottobre. Qui non siamo di fronte a uno sgombero di routine, ma a una vera operazione straordinaria, urgente e di dimensioni molto importanti che necessita di una squadra di mezzi molto potenziata». «Parallelamente - conclude Veronese -, bisogna creare un fondo ad hoc che permetta di gestire queste situazioni con la necessaria determinazione e tempestività. L’esperienza ormai ci ha insegnato, purtroppo, che non si tratta più di eventi straordinari».