Argenta, agricoltore dopo la piena: «Metto le mie terre in vendita»
«Da maggio cinque allagamenti a Campotto, che futuro ha la mia azienda?»
Argenta Una serata per parlare di uno degli eventi che hanno caratterizzato gli ultimi due anni del territorio di Argenta. Un’assemblea aperta ai cittadini in cui sono intervenuti Andrea Baldini, sindaco di Argenta, e Ilihc Ghinello, coordinatore del Consorzio di Bonifica Renana. «L’idea di questa serata nasce dai gruppi consiliari che chiedevano un’assemblea pubblica in sala consiliare», ha detto Baldini parlando della grande rottura a Sinistra Idice a partire dalla Chiavica Cardinala. Ebbene, nel finale dell’assemblea pubblica di mercoledì sera al teatro dei Fluttuanti, uno spazio è stato dedicato agli interventi del pubblico seduto in platea, per ascoltare anche la voce di chi ha vissuto sulla propria pelle le vicende dell’alluvione. Questa in particolare la posizione degli agricoltori, per i quali ha parlato Pietro Tognetti: «Io ho un’azienda agricola vicino alla chiavica Cardinala. Il problema di maggio dell’anno scorso è che c’è una chiavica con una perdita, ma che non si poteva chiudere quindi l’acqua è entrata per giorni e giorni. Qualcuno è responsabile della chiavica Cardinala che resta aperta? Doveva chiudersi, ma non si chiudeva. Da maggio a oggi parte della mia azienda ha subìto cinque allagamenti».
«La prima domanda a questo punto la faccio a me stesso: che futuro c’è per la mia azienda? Posso fare un prodotto? Un conto è un allagamento, ma cinque non li reggo. Adesso ho un’azienda di 720 ettari con i terreni che attualmente valgono zero, perché chi mi compra la terra se la metto in vendita dopo cinque allagamenti? Io la metto in vendita, venite da me e ve la vendo, ma a oggi non vale niente. La domanda ad amministrazione e bonifica è: fra Argenta e Campotto possiamo coltivare? Perché le tasse di bonifica le paghiamo come tutti gli altri, tutti gli anni, ma se non facciamo prodotto, non facciamo economia, è una terra che deve diventare palude. E un’altra domanda è: in questi
1.300 ettari di terra con tre alluvioni dev astanti posso spendere soldi per sistemare una terra che verrà di nuovo distrutta dalla pioggia? Se non esiste una soluzione alternativa, perché c’è una fragilità strutturale o perché giustamente si deve salvare Campotto e il male minore è buttare l’acqua dove però ci sono tante attività, basta saperlo, che noi lasciamo andare tutto e ritornerà come una volta», ha concluso Tognetti, accompagnato dagli applausi dei presenti.