La Nuova Ferrara

Ferrara

Il caso

Cento, morta all’ospedale dopo un intervento: quindici indagati

Daniele Oppo
Cento, morta all’ospedale dopo un intervento: quindici indagati

Una donna di 74 anni deceduta alcuni giorni dopo un’operazione chirurgica. Avvisi di garanzia per i sanitari del Santissima Annunziata che l’hanno curata

2 MINUTI DI LETTURA





Cento Sono quindici i sanitari che hanno ricevuto l’avviso di garanzia da parte della procura di Ferrara per la morte di una donna di 74 anni, avvenuta il 29 ottobre scorso all’ospedale Santissima Annunziata di Cento dopo un’operazione chirurgica. Questa mattina alle 11 è previsto il conferimento dell’incarico per l’esecuzione dell’autopsia che la procura affiderà Sindi Visentin, medico legale di Padova, e Salvatore Alberico, medico legale di Trieste. Gli avvisi di garanzia riguardano proprio questa fase processuale, a garanzia degli indagati in modo che possano eventualmente partecipare con i propri consulenti alle operazioni. L’obiettivo è chiarire se vi sia un nesso tra l’operazione chirurgica e le successive cure ricevute in ospedale e il decesso. L’indagine è nata dalla denuncia dei familiari della signora deceduta, dopo che l’ospedale aveva chiesto l’autorizzazione per effettuare un’autopsia interna.

Da quanto si è appreso, la signora era stata sottoposta il 22 ottobre a un’operazione effettuata in laparoscopia – tecnica molto utilizzata in ginecologia – per la rimozione di una cisti ovarica. L’operazione, durata cinque ore, sembra aver avuto delle complicanze o comunque la paziente ha cominciato a stare male già dal giorno successivo, lamentando dolori e accusando episodi di vomito. Per alcuni giorni è rimasta ricoverata nel reparto di Medicina generale ma poi la situazione è peggiorata ulteriormente, portando i medici a decidere di ricoverarla nel reparto di Rianimazione. Nel corso del ricovero l’anziana è stata sottoposta ad altri due interventi, che però non hanno portato a un miglioramento della situazione. La donna è infine deceduta il 29 ottobre. A questo punto, nell’evidente intento di capire cosa fosse successo, l’Ausl ha richiesto l’autorizzazione per una autopsia “interna”, ovvero svolta direttamente dall’ospedale, ma i parenti della signora – il fratello e la sorella – hanno preferito che tale verifica venisse effettuata con garanzie d’altro tipo, coinvolgendo un magistrato e dando così l’impulso iniziale per le indagini. I due medici legali avranno il compito di individuare le modalità e la causa del decesso e spiegare se questo sia avvenuto eventualmente per via di diagnosi, operazioni o cure non adeguate, indicando in questo caso chi, fra i sanitari coinvolti, avrebbe agito in modo erroneo e con colpa.