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Santa Bianca di Bondeno, le animaliste protestano contro i rifugi dei cani

Santa Bianca di Bondeno, le animaliste protestano contro i rifugi dei cani

Due le strutture che accolgono gli animali. Le attiviste puntano il dito: «Non è tutto in regola»

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Santa Bianca “Silenzio. Basta”. Questo si legge nello striscione portato ieri mattina (domenica 17 novembre) da una quindicina di animaliste e attiviste ferraresi per protestare contro il rifugio di cani gestito da una donna a Santa Bianca. Questo tema, dunque, continua a far discutere, al punto da spingere ieri queste persone a recarsi nella frazione bondenese, davanti alla struttura dove si trovano gli animali. Non solo, a queste attiviste è giunta notizia che la proprietaria dei cani (uscita per qualche istante) ha una struttura simile in un altro posto di campagna nella frazione matildea, in via Suore. E così sono andate anche in questo secondo posto, per protestare e per testimoniare con immagini e video quelle che secondo loro non sono condizioni accettabili di gestione degli animali. Sono arrivati anche i carabinieri, giusto per evitare che gli animi si scaldassero troppo.

Sono giorni frenetici quelli vissuti attorno a questa vicenda, partita dalle prime segnalazioni sui social e diventata più calda dopo i primi articoli del nostro quotidiano. Noi non possiamo far altro che raccontare quanto ci viene detto dagli enti competenti, ossia che al momento non sono emerse irregolarità nella modalità di gestione degli animali. Stesse parole dette dal comandante della Polizia locale dell’Alto Ferrarese, Stefano Ansaloni, quando martedì ha incontrato al comando dei vigili urbani di Bondeno la persona che ha fatto le prime segnalazioni sui social. A questo, va aggiunto che i cani sono tutti "chippati" e risultano di proprietà della stessa persona, la quale utilizzerebbe la sua rete di contatti per affidare poi gli animali da affezione a chi si rende disponibile ad accudirli, senza ricevere compensi. Vi è stato anche un primo sopralluogo di un veterinario dell’Azienda sanitaria, allo scopo di verificare le condizioni dei cani ospitati.

«Non capiamo come sia possibile dire che qui è tutto in regola - urlano le attiviste -, abbiamo verificato di persona le condizioni di sporcizia e degrado in cui si trovano i cani. Nelle ciotole non c’è acqua e neppure cibo e gli animali sono in recinti comuni, con il rischio possa accadere quanto già visto con Lea». Lea è la cucciola di sette mesi, giunta nel Ferrarese quando ne aveva tre dalla Sicilia per essere affidata, invece è finita per morire a Santa Bianca, pare a causa di morsi ricevuti da altri animali del rifugio. «Ci sono leggi precise per chi detiene animali, qui non vengono rispettate». Non trattandosi di allevamento o canile, fa fede la Legge regionale numero 5 del 2005. Vedremo se dopo questa protesta ci saranno nuovi controlli.

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