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Cani a Santa Bianca, l’associazione: «Pronti ad occuparcene»

Davide Bonesi
Cani a Santa Bianca, l’associazione: «Pronti ad occuparcene»

La presidente di Oita ha contattato il sindaco Saletti

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Santa Bianca È un mondo complesso quello degli animali e il caso di Santa Bianca lo sta dimostrando pienamente. Da una parte una donna che sta tenendo alcune decine di cani in due strutture, animali che arrivano dalle cosiddette “staffette”, ossia persone che per incentivare le adozioni portano i cani abbandonati dal Sud al Nord Italia. Si tratta di gesti assolutamente solidali, non dev’esserci alcun tipo di compenso, neppure il rimborso chilometrico. Dall’altra ci sono le volontarie delle associazioni che ormai, attraverso i social e Whatsapp, riescono ad avere contati diffusi e così condividere testimonianze di quanto accade. E, come dimostrato dalla protesta di domenica mattina davanti ai due rifugi allestiti da questa donna, secondo queste animaliste a Santa Bianca c’è un grosso problema, anche di mancato controllo.

Eppure, c’è anche chi difende questa signora, come una cittadina che vive in tutt’altra parte della provincia, che a Santa Bianca ha preso due cani. Questa la sua testimonianza: «Ho letto gli articoli, oltre alle infinite cattiverie e bugie che circolano su Facebook riguardo la struttura gestita da questa persona a mio parere straordinaria. Se tanti di quelli che aprono bocca per dare aria facessero la vita di questa signora non so se avrebbero tanta voglia e tempo di insultare. Io ho preso a luglio due cani da lei. Non erano denutriti, anzi, non vivono tutti assieme, pulisce gli escrementi tutti i giorni ed erano sterilizzati e con microchip. Ho avuto più problemi di salute con cani di razza che con quelli presi lì. È da sola, non ha grandi aiuti e può contare solo sulle sue forze... e sulla generosità di chi può aiutarla volontariamente. Ho provato tante volte ad adottare cani da canili o dal Sud Italia dopo aver letto inserzioni strappalacrime e strazianti immagini e dopo aver contattato il relativo numero di cellulare del referente di turno, neppure mi davano il cane, non si è mai idonei. Con lei non c’è tutta questa burocrazia: si accerta del luogo, della recinzione...e che venga a stare bene. Io sono contenta dei miei due cani maschi, avevo già altri animali a casa, ora vanno tutti d’accordo. La differenza sugli animali la fanno spesso le persone, con le loro attenzioni e le loro regole, nel rispetto degli uni e degli altri. Non di certi gruppi di persone che si coalizzano contro chi che sta cercando in tutti i modi (magari a volte inconsapevole di sbagliare) di fare del bene a cani e persone».

Ma, come detto, non tutti la pensano allo stesso modo. Una testimonianza ci arriva dalla presidente dell’associazione Oita - Save the pets, con sede a Trezzano: «Questa situazione va risolta e per fortuna che domenica attraverso le volontarie che protestavano sono stati affidati altri cani. È da ottobre che noi e altre associazioni presenti sul territorio nazionale riceviamo segnalazioni. E non è vero che è morto un solo cane (Lea, aveva sette mesi, ndr), il 22 agosto ne era morto un altro e in quel rifugio ci sono cani mutilati, perché contro il branco non si può intervenire. Ho personalmente contattato il sindaco di Bondeno, offrendoci come associazione di prendere tutti i cani, senza alcun costo per la comunità. Ha detto no, forse non si fida del tutto e lo posso capire, ma allora si facciano controlli veri».