«Risultato straordinario. Il Pd cresce a Ferrara e riparte da questo voto»
L’analisi del segretario provinciale Nicola Minarelli: «Rispetto alle Europee guadagniamo quasi sette punti»
Ferrara Vittoria netta in Regione e nel Comune di Ferrara, testa a testa nella Circoscrizione provinciale con il centrosinistra che finisce per prevalere per una manciata di centesimi e 614 voti. «Un risultato eccezionale», sono le parole a caldo del segretario provinciale del Partito Democratico Nicola Minarelli quando mancavano ormai solo un paio di sezioni da scrutinare: «Una straordinaria vittoria del centrosinistra innanzitutto a livello regionale, con la netta affermazione di Michele de Pascale che abbiamo sempre sostenuto con forza, ritenendolo il miglior candidato possibile. E i numeri ci hanno dato ragione, confortandoci sulla bontà della strada che abbiamo intrapreso».
A livello provinciale fino all’ultimo è stato testa a testa tra le due principali coalizione, ma al netto della vittoria quasi al fotofinish del centrosinistra, Minarelli annota «il forte recupero del Pd, che rispetto alle elezioni Europee ha guadagnato sette punti percentuali e arrivando quasi al 37%, in media con l’andamento regionale». A bilancio il segretario Dem mette anche «i nove Comuni del Ferrarese che hanno visto prevalere il centrosinistra, con le punte di Argenta e Ferrara rispettivamente +11% e +12%»
A essere premiati, prosegue Minarelli, «sono stati certamente il buon governo regionale, un ottimo candidato e la proposta politica che abbiamo messo in campo e che evidentemente si è rivelata robusta perché ha portato tante preferenze ai nostri candidati. Abbiamo certamente molti motivi per festeggiare».
Un risultato da cui ripartire per rafforzare la presenza del Partito Democratico sul territorio: «Ovviamente non si possono confrontare tra loro elezioni differenti, ma di certo i dati che sono usciti dalle urne oggi ci mettono nelle condizioni di dire che il Pd c’è e ha compiuto un importante passo in avanti per rimetterci in moto. C’è tanta strada da fare ma abbiamo dalla nostra parte potenzialità e qualità». Sulla vittoria grava però il peso dell’astensionismo, una forte disaffezione al voto che ha fermato la quota degli elettori al 43,12 per cento.
«Di sicuro un fenomeno molto preoccupante che ci deve vedere protagonisti nel cercare di capirne le ragioni, perché si tratta di una sconfitta per tutta la politica. È anche vero che l’astensionismo sta diventando sempre di più un voto politico, perché è vero che può essere determinato da una non conoscenza, ma anche da un’offerta politica che non convince o non dà risposte alle domande dei cittadini. Ma non è escluso che se qualcuno ha ben governato e propone un candidato credibile, una parte dell’elettorato non trovi abbastanza motivi per andare a votare per cambiare questa direzione. È un segnale quindi che va letto nella sua interezza».
L’ultimo pensiero però Nicola Minarelli ci tiene a riservarlo «ai candidati proposti dalla segreteria, e che ringrazio per l’impegno incondizionato che hanno speso in questa campagna elettorale condotta ventre a terra, mettendo in campo iniziative e proposte concrete che sono state capite. Ero fiducioso di poter arrivare a un buon risultato, perché i segnali erano positivi e incoraggianti. E i numeri usciti dalle urne sono stati la diretta conseguenza».