Sanità, strade, lavoro e granchio blu: i nodi di Ferrara che la Regione dovrà affrontare
Dal futuro del Cau al rinnovo dei direttori di Asl e Sant’Anna. Tra i temi da presentare a de Pascale anche le crisi industriali e il turismo
Ferrara In Regione sono i giorni dei bilanci e delle scelte. I giorni dell’analisi del voto, che ha condensato gli umori e le preferenze dell’elettorato, e delle nomine: chi cioè dovrà affrontare i nodi dei territori in una fase in cui si accavallano vecchie questioni e nuove emergenze. Ogni provincia ha le sue e certamente alcune hanno pesato sul voto. Forse l’esempio più semplice è la concentrazione di preferenze piovuta su un candidato del Basso Ferrarese, Fausto Gianella, che rappresenta una buona parte delle famiglie di Goro legate al settore della pesca, colpita da una grave crisi legata alla diffusione del granchio blu. Ma a bollire, nel calderone ferrarese, sono diversi i temi che attendono risposte.
La consultazione elettorale, in Emilia Romagna, ha confermato la compagine uscente. Ma l’astensione racconta anche una storia che forse va del tutto sviscerata, fotografando i malumori e la rassegnazione di una parte consistente dell’elettorato. Uno dei motivi è la situazione della sanità. A Ferrara si trova ad uno stadio avanzato l’iter di fusione delle due aziende sanitarie, di fatto agli sgoccioli ma ancora incompleto perché manca il via libera ministeriale e normativo. Ed è stato lo stesso neo-presidente, Michele de Pascale, durante la campagna elettorale a esprimere insoddisfazione per l’attuazione della riforma dei Cau, una di quelle qualificanti della giunta uscente. In provincia stanno sgravando, anche se solo parzialmente, il carico dei pronto soccorso dalla pressione dei pazienti più lievi e l’impressione è che stiano catturando una parte di assistiti che non riesce a trovare risposte dal medico di base. Ma il prossimo assessore alle Politiche per la Salute dovrà affrontare anche un altro macigno: la riduzione delle liste d’attesa. Negli ultimi mesi l’iniezione di risorse ha accorciato una parte delle scadenze, ma in redazione continuano ad arrivare segnalazioni allarmanti per alcune prestazioni, i cui tempi sono superiori all’anno: visite, esami e interventi chirurgici programmati. La Regione dovrà anche rinnovare alcuni direttori generali di aziende sanitarie, Ferrara compresa. Monica Calamai regge Asl e Sant’Anna, la scadenza dei mandati è stata fissata per gennaio 2025. Calamai ha guidato le due aziende verso la fusione, ha avviato con tempestività la riforma dei Cau sul territorio, ha ridimensionato il Centro di riabilitazione San Giorgio e tagliato al Sant’Anna decine di posti letto. Per la prima volta le aziende ferraresi hanno avuto i bilanci bocciati dalla Conferenza socio-sanitaria, quelli del 2023. La dg sta ancora attendendo l’esito di due processi penali della concorsopoli toscana, sospesi o rinviati in attesa che la Corte Costituzionale decida sulla legittimità della legge che ha abolito l’abuso d’ufficio.
Su altri tavoli ricadono le crisi industriali, da Berco a Rexnord Tollok, senza dimenticare i segnali di preoccupazione che arrivano dal petrolchimico. Dell’emergenza granchio blu, già richiamata, resta aperta la partita relativa alle soluzioni adottabili per contenere i danni al settore e per garantire adeguati indennizzi agli operatori: la questione vede coinvolti Regione e Governo. Restano ancora largamente incompiuti gli iter della grande viabilità, dalla Cispadana (costo 2 miliardi, cantieri dal 2025) alla nuova variante della Statale 16, alla terza corsia dell’A13 (partite alcune opere propedeutiche), all’elettrificazione della linea ferroviaria Ferrara-Codigoro. La ferita dell’alluvione è sempre aperta e sollecita opere infrastrutturali, corposi investimenti e indennizzi per i residenti danneggiati. Tra le grane, gli indennizzi per i disastri da maltempo, le difficoltà della frutticoltura (pera innanzitutto) e il caso dei dati (incompleti) del turismo.