Ferrara, padre manesco porta il figlio in cura: «Non voglio che diventi come me»
La storia di un uomo che si è rivolto a uno dei centri Ausl contro la violenza. Alla psicologa: «Sono qui perché picchia i suoi compagni di classe»
Ferrara «Dottoressa sono qui perché mio figlio picchia i suoi compagni di classe. Io non voglio che diventi come me». Questa è la storia di un papà che si è rivolto a uno dei centri di Ausl “liberiamoci dalla violenza” per cercare di guarire ma, sopratutto, per «impedire che questa modalità di relazione si trasferisca di padre in figlio». La storia la racconta una psicologa dell’Ausl, Rachele Nanni. Lo fa nel palco della Sala Estense, in occasione del pomeriggio che, oggi, 25 novembre, le due aziende sanitarie del territorio hanno organizzato in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Un evento in cui il tema della violenza sulle donne è stato trattato intercalando gli interventi dei professionisti delle due aziende sanitarie tra balli e canti a tema.
All’evento anche la direttrice generale delle due aziende Monica Calamai che ha ribadito l’impegno della sua direzione nel contrasto al gender gap «predisponendo per la terza volta il bilancio di genere delle due aziende». Al centro dell’appuntamento l’illustrazione di tutte le azioni che le aziende sanitarie fanno per contrastare il fenomeno, a partire dal pronto soccorso, dove la vittima viene subito isolata dal suo aggressore nel caso in cui questo, e succede molto spesso, abbia accompagnato la donna in ospedale. Sul palco anche il lavoro preventivo nelle scuole per cambiare la cultura di approccio alle donne. All’evento sono intervenute anche due assessore del Comune di Ferrara: Cristina Coletti e Angela Travagli per ribadire la collaborazione che c’è fra i due enti su questo tema.