Coltelli, droga e bullismo sugli autobus a Ferrara
Un papà: «Mio figlio non vuole più andare a scuola». E l’autista blocca il mezzo in strada
Ferrara Autisti insultati e minacciati, passeggeri presi a spintoni, viaggiatori incuranti delle regole che fumano (e spacciano) canne e portano con sé coltelli. Storie di ordinaria violenza che, è la denuncia della famiglia di un giovane studente, avvengono con cadenza praticamente quotidiana sulla linea 7 dell’autobus che porta gli studenti alla fermata di Malborghetto. «Mio figlio è arrivato al punto di avere paura a salire sull’autobus, e sta perfino pensando di abbandonare la scuola da quanto è stressato ed esasperato da questa situazione. È inaccettabile», dicono genitori. Ieri l’ennesimo episodio, che li ha spinti a voler rendere pubblico il problema, che del resto la Nuova - relativamente alla trasgressione del divieto di fumo (non solo di sigaretta) a bordo dei mezzi pubblici - aveva già segnalato qualche giorno fa.
«Mio figlio – racconta il padre – oggi (ieri ndr) mi ha inviato un messaggio vocale per informarmi di quello che stava accadendo. L’autobus è rimasto fermo per circa un quarto d’ora, l’autista è stato costretto a interrompere la corsa per 10-20 minuti perché alcuni ragazzi avevano bloccato le porte. E poi hanno anche avuto la faccia tosta di prendersela con il conducente perché sarebbero arrivati in ritardo a scuola». Nella confusione che si è creata, aggiunge, «mio figlio è rimasto anche contuso per gli spintoni che ha ricevuto. Purtroppo questi episodi di maleducazione e prepotenza sono all’ordine del giorno, e non è giusto che uno studente arrivi ad aver paura a salire sull’autobus. Ma le famiglie di questi ragazzi fuori controllo lo sanno come si comportano i loro figli? Ma che insegnamenti hanno dato loro?». Il problema è stato segnalato alle forze dell’ordine «che ci hanno risposto che intervengono su indicazione di Tper, ma secondo noi sarebbe il caso di far salire qualche agente in borghese lungo le tratte più critiche. Più di una volta siamo andati a prendere nostro figlio per riportarlo a casa, e non solo per il clima di paura e tensione che c’è a bordo, ma anche perché spesso l’autobus arriva in ritardo e il numero delle linee non è adeguato».
Quello del servizio è un altro dei punti critici lamentato dalla famiglia dello studente-pendolare, che abita a una cinquantina di chilometri da Ferrara. «Esce di casa alle 5.30 per prendere la corriera fino alla fermata di Ferrara, e da lì sale sul 7 che lo porta a scuola. E nonostante la levataccia capita che arrivi in ritardo, e non per colpa sua, e dobbiamo firmargli la giustificazione. Nel paese in cui abitiamo, poi, la fermata non ha nemmeno la pensilina, e quando c’è maltempo gli tocca rimanere ad aspettare sotto la pioggia. Poi quando arriva a Ferrara capita che l’autobus sia già passato e non faccia in tempo ad arrivare in orario. E al sabato i passaggi della corriera sono minimi al punto che a volte lo teniamo a casa. Servirebbe una corsa in più. Anche al ritorno, perché non è mai a casa prima delle 15.30 e trascorre ogni giorno dieci ore fuori. Quello che chiediamo è di intervenire per migliorare il servizio».