Cona, ospedale Sant’Anna meglio della media ma ancora sotto il pre-Covid
Bene il Pronto soccorso e interventi a colon e mammella, male prostata e anca
Ferrara Meglio della media degli ospedali italiani per la gestione del Pronto soccorso, compresi i tempi di attesa spesso criticati dai pazienti, e per alcuni interventi chirurgici, ad esempio per i tumori al polmone e al colon. Male invece, per altre tipologie d’interventi, all’anca e soprattutto per il tumore alla prostata. È questa la “pagella” di Agenas sull’ospedale Sant’Anna per quanto riguarda le materie che coinvolgono più direttamente i pazienti, ovvero l’accessibilità alle prestazioni, che peraltro risultano nella maggior parte dei casi in peggioramento rispetto al pre-Covid. Allargando lo sguardo, si nota come Cona risulti meno performante dei migliori policlinici universitari della regione, ma che inserendo una serie di altri parametri di tipo economico, venga restituita un’immagine di maggiore stabilità in rapporto al 2019.
Accessibilità L’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, organo di supporto tecnico del Ministero della Salute, affina ogni anno i suoi strumenti di analisi comparata, che servono anche ai cittadini per farsi un’idea dell’efficienza delle strutture sanitarie. Il rapporto più recente risale a qualche giorno fa e fotografa la situazione del 2023. I macro-parametri utilizzati per i confronti tra ospedali sono quattro: accessibilità, processi organizzativi, sostenibilità economico-patrimoniale e investimenti. Il primo fotografa il livello delle prestazioni all’utenza ed è formato da un “voto” complessivo, che vede il Sant’Anna dell’anno scorso quasi allo stesso livello rispetto al pre-Covid (-0,51%); e da sette indicatori più specifici.
Due riguardano il Pronto soccorso. Il primo misura la percentuale di abbandoni, indice di un effetto scoraggiamento indotto da tempi di attesa o comunque valutazioni sull’efficacia delle cure: qui il Sant’Anna è stabilmente tra i migliori ospedali universitari italiani, con appena il 3,7% di persone che se ne vanno, al pari di Parma, mentre ci sono Ps abbandonati da oltre il 15% degli utenti; il dato è in lieve peggioramento rispetto al 2019, quando erano il 3,1%. L’altro indicatore è la percentuale di accessi con tempo intercorso tra entrata e dimissioni superiore a 48 ore, e in Italia non mancano le doppie cifre, come nei romani Tor Vergata e Sant’Andrea: a Cona, invece, siamo allo 0,6%, il sesto miglior risultato con trend stabile.
Per quanto riguarda l’accessibilità alle prestazioni, c’è un dato sicuramente anomalo e cioè la difficoltà ad ottenere un intervento di tumore alla prostata entro 30 giorni dalla data di prenotazione: solo il 7,1% ce la fa, mentre Siena arriva all’81%, ma nel 2019 era pure peggio, con il 2,9% che valeva l’ultimo posto assoluto. Al di sotto della media nazionale le protesi all’anca, visto che va sotto i ferri entro 180 giorni il 52,2% dei richiedenti, contro il 98,5% del San Matteo di Pavia, dato in peggioramento. Per il tumore al polmone a Cona siamo al 75,3% d’interventi entro 30 giorni, dieci punti in meno del 2019 ma comunque sopra media, mentre colon e mammella rappresentano delle eccellenze: 92,9% per il primo (quarta performance in Italia con dieci punti in più) e 87,6% il secondo.
Altri indicatori Nei processi organizzativi Cona è in miglioramento, e va sottolineato il risultato «buono» e in miglioramento della degenza media pre-operatoria. Sono peggiorati gli indicatori di sostenibilità economica, anche se mantengono un livello buono il consumo di dispositivi medici e la tempestività dei pagamenti (molto male il costo servizi appaltati e in peggioramento il costo della degenza). La migliore performance è la variazione annuale dell’indicatore investimenti, +25,83%, con la vetustà apparecchiature in netto miglioramento