Microplastiche, ecco quanto è inquinato il Po a Ferrara
Rilevate in media 2,1 particelle per metro cubo d’acqua. È il secondo valore più alto dopo quello registrato a Chivasso, in Piemonte. Ma il Po va meglio degli altri grandi fiumi europei
Ferrara Il Po a Pontelagoscuro ha fatto registrare il secondo dato più alto per concentrazione di microplastiche lungo tutta l’asta del Grande Fiume, secondo solo al punto di monitoraggio di Chivasso (in Piemonte).
Il dato emerge dallo studio Manta River Project 2, una ricerca realizzata dall’Autorità di bacino distrettuale del Fiume Po in collaborazione con Università La Sapienza, la Struttura Oceanografica Arpa Daphne e AIPo che consente oggi di compiere un passo in avanti rilevante per definire un quadro conoscitivo affidabile sui potenziali contribuiti di microplastiche che il fiume Po trasporta verso il mare Adriatico.
Le microplastiche oggetto della ricognizione sono state rilevate in tutte le sei stazioni monitorate e il valore medio più alto è stato registrato nella stazione più a monte, Chivasso (4,2 n°/m3, valore che indica 4,2 particelle ogni metro cubo d’acqua, ndr), segue poi Pontelagoscuro (2,1 n°/m3), Boretto (1,3 n°/m3), Isola Serafini (1,2 n°/m3), Po di Goro (1,0 n°/m3) e Isola Sant’Antonio (0,5 n°/m3).
I dati ottenuti evidenziano una variabilità delle concentrazioni di microplastiche tra le diverse stazioni, che potrebbe essere influenzata anche da fattori locali, come la presenza di scarichi industriali e urbani, l’idrodinamica e velocità di sedimentazione, sottolineando così la complessità del problema.
L'analisi bibliografica indica che attualmente i grandi fiumi europei, come il Reno, il Danubio e l’Elba, anch’essi compresi in aree densamente urbanizzate e industrializzate, presentano generalmente concentrazioni più elevate rispetto a quelle riscontrate nel fiume Po anche se, alla luce di questo approfondito studio, sarebbe fondamentale armonizzare gli stessi protocolli di ricerca a livello comunitario per offrire una comparazione più definita degli ambienti acquatici.
I frammenti sono la categoria più frequentemente rilevata (56%) tra le microplastiche campionate. A seguire con percentuali minori sono stati riscontrati foam (24%), pellet e fogli (stessa percentuale, 7%), granuli (6%) e filamenti (1%). La predominanza di microplastiche di origine secondaria (frammenti, foam, fogli, granuli) suggerisce che la maggior parte delle microplastiche derivano dalla degradazione di oggetti di plastica più grandi, come sacchetti o bottiglie, che finiscono nell'acqua da fonti terrestri.
Forte dei promettenti risultati ottenuti con il Manta River Project 1, iniziato già nel 2020, si è deciso di intensificare l’attività di campionamento e ampliare la copertura geografica dell’indagine, includendo le nuove stazioni di Chivasso (TO) e Isola Sant'Antonio (AL), oltre a confermare quelle già monitorate a Isola Serafini (PC), Boretto (RE), Pontelagoscuro (FE) e Po di Goro (FE).
Per i dodici campionamenti mensili, condotti da maggio 2022 ad aprile 2023 nelle sei stazioni, è stata adottata la procedura di campionamento e di analisi standardizzata per le microplastiche sviluppata dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente per i monitoraggi in mare nell’ambito della Strategia Marina (Direttiva 2008/56/CE). Questa metodologia, incentrata sulle microplastiche con un range dimensionale compreso tra 330 µm e 5 mm, è stata applicata per la prima volta in modo sistematico in un contesto fluviale, rappresentando una novità assoluta nel campo della ricerca sulle microplastiche e consentendo un’elevata comparabilità dei dati raccolti.
«Grazie a questo progetto si fornisce un contributo importante di conoscenza per poter tutelare meglio l’ecosistema del Po – commenta Alessandro Bratti, segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po -. I frammenti sono presenti in concentrazioni minori rispetto ad altri grandi fiumi europei ma è essenziale, alla luce di questo studio innovativo, attivare metodologie uguali a livello comunitario per poter individuare quanto prima adeguate ed efficaci politiche di contenimento».