Pedopornografia, smantellata rete criminale: coinvolta anche Ferrara
Una 13enne era stata adescata online e costretta a realizzare video di natura pedopornografica. In carcere quattro adulti
Ferrara Hanno avvicinato la vittima attraverso il Roblox, un gioco online, e dopo avere conquistato la sua fiducia, prima l'hanno spinta a chattare poi a realizzare e condividere foto e video di natura pedopornografica. Ma le violenze che la vittima ha subito sono andate anche oltre: la ragazzina è stata costretta a rapporti sessuali online anche nel cuore della notte e, di fronte ai suoi rifiuti, era minacciata. Se avesse detto di no, quei video e quelle foto sarebbero state diffuse in rete. I carabinieri di Viterbo, Ferrara, Napoli e Torino hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro soggetti ritenuti responsabili di aver adescato una ragazza minorenne, appena tredicenne, attraverso una piattaforma di giochi online.
Le indagini sono partite dalla denuncia della madre della ragazzina che dopo aver notato i comportamenti della figlia, si è rivolta ai carabinieri. La situazione ha preso una piega ancora più grave nel momento in cui, ulteriori accertamenti svolti sugli account della giovane e sul suo smartphone, hanno consentito di scoprire che non vi era un solo aguzzino. Infatti, la giovane ha avuto contatti anche con altri tre uomini che, con le medesime modalità, l’hanno inizialmente circuita fingendosi suoi coetanei e, successivamente, costretta a realizzare foto e video pedopornografici, spingendola anche a mostrarsi in rapporti sessuali in videochat che, dal punto di vista giuridico, configurano una vera e propria violenza sessuale aggravata. I primi contatti sono avvenuti maggiormente attraverso Roblox e altre App di giochi online frequentate da minori, grazie alle quali gli indagati hanno carpito la fiducia della ragazzina anche fingendosi a loro volta minorenni. Dopo gli iniziali contatti, il contenuto dei messaggi è mutato verso argomenti di tipo sessuale ed è cambiato anche il canale di comunicazione, prediligendo applicazioni di incontri online tra le quali Connected e Boo e raccomandando di mantenere il segreto con i propri genitori. La ragazzina è stata costretta a rapporti sessuali in video-chat, anche in orario notturno, che si concludevano solo una volta soddisfatte le parafilie dell’adulto di turno che, in qualche occasione, si è spinto anche a chiedere il coinvolgimento dei fratellini più piccoli della giovane.