Bufera a Ferrara, Fabbri prende tempo: «Lodi resta fino alla sospensione»
Ipotesi redistribuzione di deleghe o nuovo assessore. Ma in Municipio è choc
Ferrara Che sia stata uno choc, la condanna e quindi il “congelamento” politico di Nicola Lodi, lo si è capito percorrendo ieri mattina i corridoi di Palazzo Municipale: diverse facce stravolte, tra colleghi e collaboratori, qualcuno sull’orlo delle lacrime. Di certo il sindaco Alan Fabbri ha voluto trasmettere, nell’immediatezza della notizia, la sensazione che non fosse già pronto un “piano B”, ovvero il nuovo assetto della giunta con l’uscita del suo uomo di fiducia fin dal 2019 e attuale detentore di una sfilza di deleghe pesantissime, dall’edilizia alla sicurezza passando per l’urbanistica con tanto di Piano regolatore. E c’è chi accredita Palazzo Municipale dell’intenzione di alzare barricate giuridiche contro la sospensione prefettizia, pur sapendo che la prassi Severino è ormai consolidata. È però difficile pensare che, se non subito almeno con l’avanzare dell’anno nuovo, non arrivi un nuovo innesto, per non incorrere nel rischio di progressiva paralisi di pezzi importanti della macchina comunale, anche se Fabbri ha sempre dimostrato allergie per i rimpasti di legislatura e toccare gli equilibri usciti dalle urne può essere complicato.
La reazione La nota del sindaco è arrivata nel primo pomeriggio. «Come Giunta, prendiamo atto della sentenza di primo grado riguardante l’assessore Nicola Lodi, nel pieno rispetto per l’operato della Magistratura. Seguiremo gli sviluppi del procedimento nei prossimi gradi di giudizio dove, come prevede il sistema penale italiano, verranno rivalutate tutte le circostanze del caso - è la prima parte della riflessione - Rimaniamo fiduciosi nell’organo giudicante: ricordiamo infatti che in Italia, grazie alla nostra Costituzione, ogni persona è considerata non colpevole fino a condanna definitiva in Cassazione. Un conto è la questione politica, un’altra è la questione giudiziaria: nel rispetto della legge Severino e nella piena trasparenza di questa Amministrazione, l’assessore sarà sospeso temporaneamente per 18 mesi dalla sua carica politica, a partire da quando questo provvedimento verrà notificato dal prefetto. Si tratta di un atto amministrativo obbligatorio, che non anticipa e non incide minimamente sull’esito dei successivi gradi del giudizio penale».
E qui Fabbri prende tempo: «Fino ad allora, Lodi proseguirà il suo incarico in Comune, dove a giugno è stato rieletto, grazie a un voto ampio, confermato da molti ferraresi. Non posso non ricordare che Nicola Lodi è stata una figura cardine sia nella vittoria del centrodestra nel 2019, che successivamente nel progetto di rinascita di Ferrara. Attendiamo pertanto, con fiducia, che la giustizia faccia il suo corso».
Gli scenari Le opzioni per il sindaco si riducono a due: intestarsi la maggior parte delle deleghe di Lodi, magari redistribuendone alcune agli altri membri di giunta, oppure nominare un nuovo assessore. Nel primo caso il peso sulle spalle di Fabbri diventerebbe probabilmente insopportabile, visto il cumulo di altri incarichi non solo a livello locale, mentre nell’eventualità di un rimpasto di deleghe un nuovo assessore non toccherebbe i pesi politici solo in caso di nomina di un altro leghista, per esempio Fabio Bergamini, appena escluso dal Consiglio regionale e con sufficiente esperienza amministrativa (è stato sindaco di Bondeno) per entrare in un contesto così complesso “in corsa”. Ma le tornate amministrative hanno lasciato senza poltrona anche esponenti di altri partiti, tipo il forzista Fabrizio Toselli, e pure nella lista Fabbri non mancano personalità in rampa di lancio.