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La cerimonia di apertura

Ferrara, Duomo e San Paolo strapieni di fedeli per l’inizio del Giubileo

Margherita Goberti
Ferrara, Duomo e San Paolo strapieni di fedeli per l’inizio del Giubileo

Cori, scout, Templari nei loro mantelli e le chiarine del Palio. «Questo rito per noi è il preludio di una ricca esperienza»

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Ferrara Il rito di apertura dell’Anno Giubilare a Ferrara si è tenuto ieri nella Giornata dedicata alla Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe in un primo momento nella chiesa della Conversione di San Paolo già gremita dalle 16.30 e successivamente nella basilica Cattedrale di San Giorgio martire che a stento è riuscita a contenere i numerosissimi fedeli. Un anticipo di quello che potrebbe rappresentare per la città questo anno di eventi. Fra le autorità l’assessore alla Pubblica istruzione del Comune di Ferrara Chiara Scaramagli, l’assessore regionale Paolo Calvano e per la Provincia Daniele Garuti; per l’arma dei carabinieri è intervenuto il tenente Caruso Tindaro, per la Guardia di Finanza il colonnello Giorgio Musio e per l’Aeronautica il Colonnello Sandro Ammassari.

I riti di introduzione al grande evento che ci accompagnerà durante tutto il 2025, officiati dall’arcivescovo Gian Carlo Perego, sono stati aperti dal Canto del Giubileo al quale hanno dato voce il Coro di San Martino di Codigoro e la Corale Polifonica Emmanuel di Gambulaga a San Paolo e successivamente la Cappella Musicale della Cattedrale di Ferrara.

“Pellegrini di speranza” è il tema di questo Giubileo ed è subito alla parola «speranza» che l’arcivescovo si è riferito nelle prime preghiere. «Questo rito – ha sottolineato – è per noi preludio di una ricca esperienza di grazia e di misericordia, pronti a rispondere a chiunque ci domandi ragione della speranza che è in noi specialmente in questo tempo di guerre e di disordini; Cristo nostra pace e speranza sia nostro compagno di viaggio» ed ancora «O Padre speranza che non delude, benedici l’inizio del nostro pellegrinaggio».

Dopo la lettura del Vangelo di Giovanni, Francesca Ferretti in rappresentanza degli scout, Elena Orsini dell’Azione Cattolica e Villi Demaldé di Comunione e Liberazione hanno letto alcuni passi dalla Bolla di indizione del Giubileo ordinario, quindi si è formato il corteo con il Crocefisso ligneo del 1300 sorretto da sette fra ragazzi e ragazze della Pastorale Giovanile Gruppo delle 10 parole, seguito dal sacerdote con in mano il Vangelo, l’arcivescovo, i sacerdoti, i diaconi e le autorità accompagnati dalle Litanie dei Santi. Giunti davanti al Duomo, un flebile suono di chiarine dalla finestra dell’arcivescovado ha annunciato l’apertura della Porta principale e l’invito di Perego a venerare la “croce di Cristo unica speranza”. Quindi entrando in chiesa l’arcivescovo ha preso l’acqua benedetta del Fonte battesimale raggiungendo l’altare maggiore dove era stata posta la Croce dove rimarrà per tutto il 2025. Ancora un rito simbolico prima dell’inizio della celebrazione della Messa ovvero quello in memoria del Battesimo: «Supplichiamo il Signore Dio nostro – ha detto l’arcivescovo – perché benedica quest’acqua da lui creata con la quale saremo aspersi… Fiduciosi di ottenere il perdono dei peccati, la difesa da ogni malattia e dalle insidie del maligno e la grazia della tua protezione». Tutto questo prima dell’inizio della messa alla quale in prima fila erano presenti nei loro bianchi mantelli con la croce, i Templari Cristiani del Santo Sepolcro.

La parola chiave di questo Giubileo è insieme al perdono, soprattutto la speranza. E nella sua omelia dopo la lettura del Vangelo di Luca, l’arcivescovo lo ha ribadito fin dalle prime frasi ricordando che è questo l’intendimento di Papa Francesco: «La virtù della speranza, una speranza che non delude perché fondata sulla fede ed animata dalla carità. La speranza cristiana non è un lieto fine da attendere passivamente ma la promessa del Signore da accogliere qui e ora in questa terra che soffre e geme». 

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