Da Ambrogio a McDonald’s: Piccinardi gestisce cinque ristoranti e 250 dipendenti
Il copparese Riccardo Piccinardi ha alle spalle una carriera trentennale e i suoi obiettivi sono sempre stati la «qualità del cibo e l’integrazione con il territorio»
Ambrogio La sua avventura professionale è iniziata nel 1986 in Burghy del gruppo Cremonini, poi nel ’96 quando McDonald’s ha acquisito Burghy è passato nella nuova azienda, continuando a scalare posizioni importanti come fatto in Burghy. Nel 2004 la decisione di prendere il primo ristorante, a Rovigo, e nel 2006 ecco quello di Comacchio, locali che lui aveva già aperto in precedenza e dei quali così ha preso la gestione diretta. Il “lui” in questione è Riccardo Piccinardi di Ambrogio, titolare della Picchio srl e comunque sempre all’interno della Company McDonald’s. Dopo i primi due ecco i locali a Chioggia, Monselice e Piove di Sacco, per un totale a oggi di 5 ristoranti e 250 dipendenti. Un altro ferrarese con un ruolo apicale in McDonald’s, al pari dell’amico Gabriele Breveglieri (gestisce i Mac di Ferrara e quello che aprirà ad Argenta), non dimenticando ovviamente Mario Resca, per anni presidente di McDonald’s Italia. «Vero, ho 250 dipendenti, ma sinceramente ne servirebbe un’altra quarantina; non facile trovarli. Eppure in McDonald’s si trova un lavoro stabile e la nostra filosofia è far crescere le persone all’interno dei nostri locali, anche quando serve un manager o un direttore in primis lo cerchiamo al nostro interno, fra il personale g in carico, senza alcuna distinzione fra uomini e donne. E nella mia azienda inseriamo anche in momenti specifici contributi di welfare».
Piccinardi arriva da una provincia come la nostra dove si ama il buon cibo, è l’uomo giusto per sfatare il mito del cibo di minor qualità dei fast food: «Facciamo interventi importanti e investimenti in questo senso. Oltre a essere licenziatario ho ancora ruoli in McDonald’s, di collegamento tra la comunità dei licenziatari e la Company, dal lancio di nuovi prodotti alle iniziative di marketing che il sistema sviluppa; abbiamo allestito rapporti ultimamente col Consorzio di Modena per la pera Williams Igp, col consorzio Parmigiano Reggiano, il consorzio dell’Asiago e dello Speck e il pachino per sviluppare prodotti di alta qualità e per la nostra linea “My Selection” di Bastianich, prodotti davvero ottimi. La ricerca è altissima e continua ed è alta anche l’attenzione alla sicurezza del cibo proposto. Oltre a questo, sia la Company che noi licenziatari siamo attivi sui rispettivi territori per contribuire a sviluppare la filiera locale. L’obiettivo è integrarci al massimo nel territorio dove lavoriamo, anche dando una mano a persone bisognose. Nei miei ristoranti abbiamo servito in questo ultimo periodo 7.700 pasti e aderirò anche nel 2025 a questa iniziativa con Banco Alimentare e Comunità Sant’Egidio. E a Chioggia collaboriamo con la cooperativa sociale Prometeo (nata su iniziativa di un gruppo di operatori sociali e genitori per aiutare i ragazzi con disabilità), per seguire i loro ragazzi e farli diventare parte integrante della nostra società».
Nella sua Ambrogio Piccinardi collabora con gli Amici di Stefano, in particolare nel torneo giovanile estivo: «Sono sempre al loro fianco, è un gruppo di persone che ha dato una bella spinta al paese con questa attività sportiva. Lavorano in modo splendido, hanno formato una bella squadra, compatta, con delle belle idee e sempre alla ricerca di innovazioni. Poi, il torneo con papà e figlio Dalconi ha preso piede in modo importante. E sempre come McDonald’s “Picchio srl”, insieme al Barricata Fishing Club e alla Federazione Fipsas di Ferrara, organizziamo tutti gli anni una giornata di gara per diversamente abili denominata “Un Mare senza barriere”, tutto questo perché McDonald’s e i suoi licenziatari sono una reale “People Company” che dà un’ attenzione vera a ragazzi donne e alle persone più fragili». Da qualche tempo circola voce dell’apertura di un ristorante a Copparo: «Effettivamente me lo chiedono in tanti. So che ci sono voci, a oggi nulla di fondato ma non è detto che nel futuro non possa esserci. Per creare un nuovo locale servono tante situazioni, le quali si devono incastrare. Tutti noi continuiamo a lavorare per nuove aperture, l’obiettivo di sistema è arrivare a 1.000 ristoranti in Italia in pochissimo tempo, oggi siamo già a 750. Perché il nostro obiettivo è anche quello di contribuire alla vita sociale di un territorio e questo vale come discorso in un modo più ampio, anche come ritrovo per le persone».