Plastic Free a Ferrara, raccolti 4.900 mozziconi di sigaretta
Solo in centro e in appena tre ore, 30 volontari hanno recuperato 3,6 chilogrammi di rifiuti
Ferrara La missione era quella di ripulire alcune zone della città dai mozziconi ma, spente le luci delle vacanze natalizie, i lustrini che hanno colorato i giorni di festa ora sporcano piazze e marciapiedi. I volontari di Plastic Free impegnati ieri nella Passeggiata ecologica li hanno trovati un po’ ovunque: nelle intercapedini delle pavimentazioni, nelle fognature, addirittura interi “festoni” post Capodanno adagiati sui rami degli alberi all’altezza delle Poste di viale Cavour «e che sono dannosissimi per la fauna», ammonisce la referente comunale della onlus, Laura Felletti Spadazzi mentre, munita di guanti, sacchetto, pinza telescopica e pettorina raccoglie cicche e coriandoli da ogni anfratto. «Oggi qui in centro la situazione tutto sommato è buona, perché comunque sono passati a ripulire, però troviamo per terra anche tanti coriandoli di plastica metallizzata, nonostante ci sia un’ordinanza comunale del dicembre 2022 che ne vieta l’utilizzo». Sono visibili anche i postumi dell’ultimo sabato sera, bicchieri di plastica appoggiati sui davanzali, cartacce gettate a due passi dai bidoni per le immondizie, vasi per piante utilizzati come cestini.
Circa una trentina, ieri, le persone che hanno aderito all’iniziativa di Plastic Free e tra questi, anche due ragazzi seguiti dall’associazione “Un tetto di cuori”, Atef, 33enne tunisino, e Ismail, 25enne proveniente dal Marocco.
A partire dalle 10 e fino a mezzogiorno, i volontari si sono dati da fare per ripulire il centro storico dai mozziconi (e sono davvero tantissimi, a farci caso con appena un po’ più di attenzione) dispersi nell’ambiente con noncuranza e superficialità.
Il bilancio, a fine giornata, è stato di 4.900 mozziconi per un peso totale di 3,6 chili. In più sono stati riempiti ben 4 grandi sacchi di rifiuti indifferenziati portati nel punto di raccolta e segnalati a Hera e inoltre anche un sacco di materiale differenziato.
Eppure, va avanti Laura, basterebbe poco per non sporcare, e questo non vale solo per le sigarette: «Il nostro obiettivo è quello di arrivare agli eventi sostenibili, limitando al massimo la produzione di rifiuti, In piazza Ariostea dopo ogni manifestazione troviamo di tutto, ma ci sarebbero gli strumenti per organizzare eventi davvero sostenibili, basta volerlo. E sarebbe importante anche puntare sulla sensibilizzazione dal palco, da parte degli stessi artisti. Il sogno era Bruce Springsteen con la maglietta di Plastic Free ma, sogni a parte, un messaggio lanciato ai giovani - che spesso hanno ereditato le cattive pratiche dagli adulti - sarebbe di impatto».
Non a caso Plastic Free è impegnata anche a promuovere l’educazione ambientale tra i ragazzi, attraverso incontri nelle scuole. Iniziativa quanto mai necessaria considerato che nelle sue uscite l’associazione si imbatte in macroscopici esempi di quotidiana inciviltà. Se durante le Passeggiate ecologiche la raccolta riguarda cicche, cartacce e tappi di bottiglia («succede anche che vengano staccati di proposito, perché alcuni li trovano fastidiosi») molto più variegato e sconcertante è il repertorio di rifiuti recuperato negli altri due ambiti di azione di Plastic Free, ovvero le spiagge e gli argini. «Lungo le sponde dei fiumi capita pure di trovare dei sex toys», dicono. La ripidità degli argini inoltre rende il lavoro di recupero particolarmente arduo: «Qualche tempo fa a Porto Tolle abbiamo raccolto sei tonnellate di rifiuti, oltre a molti ingombranti come materassi, comodini ed elettrodomestici – spiega un altro volontario, Gian Luca Limone – e tutto in un tratto di soli 200 metri del corso del Po». Per non parlare di quello che il mare restituisce, ributtando in spiaggia quello che ha ricevuto dai fiumi «dove persone senza scrupoli gettano di tutto. Abbiamo visto frigoriferi, bombole del gas, televisori, vecchi computer e anche molti imballaggi in polistirolo, e a volta è materiale che risale a diversi anni fa».
Altro punto critico, concludono, sono alcune aree di sosta, dove «tra gli altri rifiuti, come scarti alimentari, succede anche si trovare bottigliette con l’urina di qualche camionista che, dopo esserne servito come toilette “portatile” durante il viaggio, ha pensato bene di lasciarla per terra».
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