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Petrolchimico a rischio: Ferrara tra incertezze e abbandono

Stefano Ciervo
Petrolchimico a rischio: Ferrara tra incertezze e abbandono<br type="_moz" />

I chimici Cgil: «Il piano di dismissione di Eni mette a repentaglio gli impianti locali e l'intero territorio. Mobilitazione di enti e lavoratori»

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Ferrara La chiusura con un nulla di fatto del tavolo nazionale per Versalis Brindisi, che cristallizza la scelta Eni di chiudere il cracking di Brindisi, ha prodotto le prime reazioni anche nel petrolchimico di Ferrara, che anche da quell’impianto dipende per le forniture di monomeri. «A Ferrara la situazione è allarmante - denuncia la Filctem Cgil provinciale - Le forniture Versalis verso gli impianti di Basell (Ferrara e Brindisi) sono state prorogate solo per il 2025, al contempo anche le forniture per gli impianti Versalis potranno realizzarsi con produzioni generate dalla società Eni solo fino ad aprile, dopo di che dovranno essere integrate dal reperimento sul mercato almeno di etilene se non ancora di propilene». Non solo, «la chiusura del cracking di Brindisi e l’annunciato stop del cracking di Priolo entro il 2025 rischiano di compromettere definitivamente l’integrazione produttiva e la sostenibilità tecnica/economica degli impianti ferraresi - insistono i chimici Cgil - Le difficoltà di approvvigionamento impattano di riflesso anche su Yara: qualora la problematicità delle forniture portasse a decidere la sospensione di un qualche impianto produttivo, determinerebbe anche per gli impianti di fertilizzanti un aumento dei costi di gestione condivisi sempre più insostenibili».

Ma dei segnali preoccupanti su Ferrara ci sono già, nella denuncia di Piazza Verdi: «Già dallo scorso ottobre, dopo la presentazione del piano industriale, Hr (risorse umane, ndr) di Versalis ha iniziato a sondare “volontari” per trasferimenti in altri siti, non meglio specificati, o adottato forme di trasferimento per accedere ad un piano pensionistico. Questo scouting, unito alla mancanza d’investimenti strutturali per garantire la marcia degli impianti e le già ridotte produzioni con linee e impianti in marcia in maniera alternata, esprime un chiaro segnale della volontà di abbandonare il polo chimico ferrarese, con conseguenze devastanti per l’occupazione diretta e l’indotto», una strategia bollata come «miope, che preferisce il disinvestimento alla riconversione industriale sostenibile».

Dopo aver ribadito i loro dubbi sulle riconversioni prospettate da Eni, una fabbrica di batterie nel caso di Brindisi, la Filctem di Ferrara si unisce alla richiesta di una mossa da parte del governo, «imponendo a Eni-Versalis il mantenimento degli impianti di cracking operativi per garantire la continuità della chimica di base, strategica per l’intero sistema industriale e manifatturiero nazionale». Il caso di Brindisi, è la conclusione dei chimici Cgil, «dimostra che il percorso scelto da Eni-Versalis è pericoloso e irresponsabile. Non possiamo permettere che lo stesso accada a Ferrara».

Per questo il sindacato di Piazza Verdi prepara le contromosse anche a livello locale, dove rischiano di esplodere le divergenze sul tema con la Cisl. «Nelle prossime settimane, come Filctem Cgil Ferrara, c’impegneremo a coinvolgere i lavoratori, le istituzioni e la cittadinanza in una mobilitazione forte e coesa. Non resteremo spettatori - è la conclusione - mentre il nostro territorio viene sacrificato per una ipotetica transizione industriale fatta solo di dismissioni».