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L’episodio

Argenta, ladri messi in fuga dal cane: «Erano riusciti a entrare»

Giorgio Carnaroli
Argenta, ladri messi in fuga dal cane: «Erano riusciti a entrare»

La testimonianza: «Avevano già alzato la serranda al primo piano»

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Argenta In cinque giorni un furto messo a segno e uno tentato ad Argenta. Era da poco prima di Natale che non si ripeteva una situazione simile. Domenica sera, ancora una volta è stata la zona Peep di Argenta ad essere presa di mira della malavita dedita ai furti in abitazione. Nei giorni scorsi il furto (già raccontato) in un’abitazione in via Benvenuto Tisi, con i ladri che, alla ricerca della cassaforte spaccarono di tutto televisore compreso, portando via poche cose. Domenica sera è stata presa di mira una bifamiliare di via Medici, una casa che raramente è vuota in quanto marito e moglie sono quasi sempre in casa.

Domenica sera, l’uomo era di ritorno da Portomaggiore e la moglie è rientrata a casa poco dopo il marito. I ladri, evidentemente, hanno suonato il campanello e visto che nessuno rispondeva hanno agito pensando di non essere disturbati. Ma non hanno fatto i conti con “Artù”, un Epagneul Breton molto bravo a caccia e altrettanto ad abbaiare per segnalare gli intrusi. «Io ero di ritorno – racconta il proprietario della casa e di Artù – quando il mio vicino di casa, poco dopo le 20, mi ha chiamato al cellulare dicendo che l’allarme stava suonando e il cane stava abbaiando. Ho accelerato e sono arrivato a casa subito. Artù ha smesso di abbaiare e il mio vicino mi ha detto di non aver visto nulla. Passando sul fianco della casa, quella coperta dalla siepe di via Medici, ho visto una parte di un quadro che teneva alta la tapparella e allora ho capito ed ho chiamato i carabinieri giunti da Argenta».

Una volta entrato, «Ho controllato in casa ed ho visto la camera da letto a soqquadro e stamattina (ieri; ndr) abbiamo però verificato che non manca nulla». Ieri, è stata presentata regolare denuncia di tentato furto.

C’è ancora un particolare che va raccontato: «il ladro per scalare la finestra posta a 2,5 metri, si è fatto aiutare e sicuramente è uno con molto forza per riuscire a sollevare la tapparella come le mie, poste ad una certa altezza. Non solo, prima di agire, hanno spaccato il sensore che fa illuminare il cortile ma quando Artù si è messo ad abbaiare e l’allarme ha iniziato a suonare a tutto decibel, i ladri sono scappati in fretta». «Uno di loro però – conclude l’uomo -, scappando nel buio, ha calpestato una cacca di Artù generando le impronte del percorso di fuga». Resta una grande marezza, anche perché la paura comunque non passa.