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Ferrara, il pronto soccorso è rifugio per senzatetto. Una notte al caldo confusi tra i malati

Ferrara, il pronto soccorso è rifugio per senzatetto. Una notte al caldo confusi tra i malati<br type="_moz" />

Segnalata all'ospedale di Cona la presenza di diverse persone senza fissa dimora

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Ferrara Il pronto soccorso come luogo di riparo per i senzatetto. L’attuale criticità di molte persone che si accampano ogni sera in centro, assistiti da volontari che offrono loro bevande calde e coperte, non è limitata nel perimetro delle strade medievali. Da una decina di giorni la presenza di persone senza fissa dimora è stata segnalata all’interno del pronto soccorso di Cona, al riparo delle rigide temperature invernali. Persone in gran parte italiane che nella loro solitudine (a parte il caso di una coppia) raggiungono ogni sera l’ospedale con i mezzi pubblici e si confondono nel centinaio di utenti in attesa di essere visitati. L’esplosione del problema pare sia partito dal “consiglio” arrivato a seguito di alcuni interventi delle forze dell’ordine e in alcuni casi il trasferimento avviene attraverso richieste di intervento di mezzi di soccorso.

La presenza di queste persone spesso non viene notata dalle centinaia di utenti del reparto di emergenza , dove nella notte tra martedì e mercoledì si sono registrati picchi di utenza fino a circa 70 persone attorno all’una di notte, delle quali una trentina in attesa. Punti come il nuovo ingresso pedonale e la vicina sala di attesa costituiscono un riparo dalle intemperie e offrono la possibilità di usufruire di bevande calde, di servizi igienici e di poter ricaricare il cellulare che per alcuni rimane la sola compagnia. Alcuni senzatetto tentano di poter usufruire delle barelle, che in alcuni casi viene estorta impropriamente e senza la necessaria autorizzazione da parte del personale molto impegnato nelle normali attività di assistenza al malato, mentre altri stendono la schiena sulle fila di seggiolini riservati all’utenza, mantenendo sempre vicino i pochi effetti personali. L’avvicinarsi del mattino allontana queste persone dal pronto soccorso, alcuni dei quali attendono l’ora del mezzogiorno per usufruire di un pasto caldo alla mensa della Caritas. Un segnale di una povertà che rimane spesso nascosta.

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