Simone in Erasmus da Ferrara a Istanbul: «Una città che oggi chiamo casa»
Il 24enne è laureato in Scienze motorie a Unife ed è partito 5 mesi per la Turchia. «Tanti ricordi, luoghi, persone e momenti così vivi che non voglio più tornare là»
Ferrara “Partire per ricominciare”, canta Cesare Cremonini, e nel viaggio si scoprono sempre nuove sfaccettature, del mondo e di noi. È come guardare la realtà da una prospettiva altra, uscendo da comodità e spazi sicuri, accorgendosi di una parte personale che non pensavamo di avere, tanto estranea quanto sorprendente. Un’opportunità per rallentare dalle frenesie che ci investono: questo è stato il viaggio per Simone Figus, studente dell’Università di Ferrara partito per la Turchia, dov’è rimasto cinque mesi. Il tutto nell’ambito dell’Erasmus e delle possibilità che l’Ateneo estense offre: svolgere un periodo di studio nei Paesi dell’Unione Europea e in altri Paesi aderenti al programma.
Partire, una parola chiave nella vita di Simone, originario di Santa Giusta (provincia di Oristano): dalla sua Sardegna è volato fino a Ferrara per proseguire gli studi. «Sono venuto qui – spiega il 24enne – per implementare la mia carriera universitaria con esperienze di vita e perché pensavo potesse essere motivo di crescita e un tesoro per il mio futuro. Ho scelto Ferrara perché mi ispirava che fosse una cittadina piccola e poco caotica: qui ho fatto la triennale e mi sono laureato in Scienze motorie». È sempre ad Unife che Simone sta frequentando il corso magistrale ed è ormai in procinto di ottenere il secondo alloro. Sempre sul pezzo, sempre impeccabile e mai un ritardo negli esami, fin quando «mi sono reso conto che stavo correndo e ho pensato che non sarebbero stati cinque mesi a compromettere il mio futuro. Prima invece – ammette –, nonostante fossi interessato già dopo il Covid, pensavo che fare l’Erasmus avrebbe minato il mio percorso di studi». Simone manda la candidatura e viene preso: l’unico posto per studenti del corso magistrale in Scienze motorie è suo. «Ho scelto di andare ad Istanbul per scoprire un mondo nuovo – racconta lui –. Le altre mete erano in Spagna ma se fossi andato lì avrei vissuto le stesse dinamiche dell’Italia: sono invece del parere che fare un’esperienza più diversificante sia maggiormente formativo e così il 31 gennaio sono partito per la Turchia».
Una prima fase conoscitiva e “chiusa” all’interno dell’università, tra corsi e lezioni, lascia poi spazio ad un periodo in cui «ho iniziato a vivere l’esperienza in maniera più individuale: ho conosciuto persone, girato la città, scoperto i dettagli che la caratterizzano, imparato il turco e sono entrato in contatto con la cultura». Le prime difficoltà non mancano, «soprattutto a livello sociale – rivela – ma le avevo messe in conto e le ho viste come un aspetto positivo e formativo». L’Erasmus inizia così a prendere una piega differente e Simone comincia a conoscere la Turchia nel suo complesso e in tutta la sua ricchezza, a partire dalle persone: «Stavo con ragazzi e ragazze di altre nazioni, andavamo insieme al palazzetto a vedere il Fenerbahçe. Da Istanbul mi sono portato via tanti ricordi – dice lui –: luoghi, volti, momenti così importanti e vivi che mi sono messo in testa di non volerci più tornare. Ho scoperto una città stupenda, che oggi chiamo casa».
L’Erasmus di Simone termina il 30 giugno e lui torna a Ferrara per concludere il corso magistrale. Nel frattempo però inizia un’altra avventura, quella che potrebbe assorbirlo in futuro, all’Education and Research Department Isokinetic di Bologna. È qui che il 24enne sardo ha deciso di «massimizzare i tempi» e si occupa di ricerca, sviluppo e attività scientifica, con tanto di pubblicazioni. Ma dopo il periodo di studi in Turchia l’estero lo attrae ancor di più: «Aver implementato il mio inglese e aver vissuto cinque mesi lontano dall’Italia senza sentire il bisogno di tornare mi ha portato a pensare di poterlo fare. Vorrei fare un dottorato, ma siccome durerà dai 3 ai 5 anni mi fa un po’ paura e sono ancora indeciso. Sto pensando alla Francia o alla Spagna, ma non escludo l’America». Uno slancio, quello arrivato grazie all’Erasmus, che ha reso Simone a tutti gli effetti un cittadino del mondo.