Copparo, tra gli scaffali lo snack “petaloso”. E la parola diventa da vocabolario
Promossa dalla Crusca torna d’attualità abbinata al cibo
Copparo La prima a crederci, al punto da inviare tutto all’Accademia della Crusca, è stata la maestra dai capelli viola delle elementari di Copparo, Margherita Aurora. “Descrivete un fiore”, il compito. “Petaloso”, la risposta di un alunno, Matteo. Una parola bellissima, tanto da essere scelta e promossa anche dall’enciclopedia Treccani. E da qualche giorno l’azienda Figulì di Villorba (Tv) l’ha fatta sua, promuovendo uno snack biologico a base di mais e legumi, “non fritto ad alto contenuto di fibre e proteine. Senza glutine, specificamente formulato per celiaci”. Questo potrebbe essere il primo passo per far entrare, dopo quasi dieci anni, la parola anche nei vocabolari perché diventata di uso comune.
La storia Tutto comincia un giorno di febbraio del 2016 nella 3ªC della scuola primaria “Marchesi” di Copparo. Durante un esercizio in classe i bambini devono associare due aggettivi ad alcune parole date dalla maestra Margherita. Al piccolo Matteo, 8 anni, cercando le parole migliori per descrivere un fiore, viene in mente di scrivere: “profumato e petaloso”. Petaloso, per Matteo, un bimbo piuttosto sveglio appassionato di natura ed animali, vuol significare “con molti petali, pieno di petali”, o almeno per lui è un modo semplice e veloce per esprimere questo concetto.
La maestra Margherita deve segnare l'errore ma, dimostrando con una piccola ricerca sul vocabolario che questa parola non esiste, completa il giudizio descrivendolo come “errore bello”, perché in effetti Matteo non ha fatto altro che applicare una regola grammaticale e invita Matteo e la sua classe a scrivere una lettera all'Accademia della Crusca, l'istituto nazionale per la salvaguardia e lo studio della lingua italiana, per chiedere il riconoscimento della parola “Petaloso”. Dopo solo due settimane, il 23 febbraio, arriva inaspettata la risposta dell’Accademia, che giudica la parola ben formata e utilizzabile nella lingua Italiana, specificando però che, per entrare nel dizionario, deve essere usata, diffusa e utilizzata da tante persone e il suo significato riconosciuto dagli italiani. La risposta dell'Accademia sorprende tutti, compresa la maestra, che pubblica la lettera su vari social network e La Nuova Ferrara pubblica subito la notizia. In un attimo la parola Petaloso diventa virale, fa il giro del Bel Paese e non solo, tutti i social, i giornali, le radio, le televisioni la rilanciano; l’hashtag #Petaloso invade i social e in 24 ore, arrivano tweet da migliaia di persone, tutte vicine alla storia di Matteo, tutte con l’intento di aiutarlo per fare entrare la sua nuova parola sul Dizionario.
«La tua parola è bella e chiara - aveva scritto la Crusca - ma bisogna che la parola nuova non sia conosciuta e usata solo da chi l’ha inventata, ma che la usino tante persone e tante persone la capiscano. Se riuscirai a diffondere la tua parola ecco, allora petaloso sarà diventata una parola dell’italiano, perché gli italiani la conoscono e la usano».
Tra “bro”, “chill”, “apericena” e “dissing”, la parola “petaloso” si fa largo con tutta la sua gentilezza.