La Nuova Ferrara

Ferrara

L’indagine

Chat proibite con l’alunna, prof accusato di adescamento nell’Alto Ferrarese

Chat proibite con l’alunna, prof accusato di adescamento nell’Alto Ferrarese

Il caso in una scuola media dell’Alto Ferrarese, chiuse le indagini. Migliaia di messaggi espliciti, il docente non è stato sospeso

3 MINUTI DI LETTURA





Alto Ferrarese È accusato di adescamento di minorenne attraverso uno scambio di messaggi dal contenuto sessuale esplicito. Un reato gravissimo, reso ancora più pesante dal fatto che lui è un docente e l’oggetto delle sue attenzioni morbose è una sua allieva di età inferiore ai quattordici anni, poco più che bambina. Le indagini della procura dei minori di Bologna hanno escluso che ci siano stati rapporti fisici tra i due, ma questo nulla toglie all’impatto che una storia dai tratti così torbidi possa avere avuto su una ragazzina così tanto giovane. Che, in una visione distorta della realtà, trovava quasi romantica la segretezza di quel legame proibito («chi lo verrebbe a sapere?»), e si sentiva lusingata dagli apprezzamenti dell’adulto – poco meno che cinquantenne – da cui continuava a sentirsi soggiogata e a cui si rivolgeva dandogli del lei anche nei messaggi più intimi. La vicenda è avvenuta in una scuola media dell’Alto Ferrarese e risale alla fine del 2024. Il pubblico ministero della Procura di Bologna Augusto Borghini ha già depositato l’atto di chiusura indagini che precede la richiesta di rinvio a giudizio che sarà formalizzata davanti al giudice all’udienza preliminare, che deve ancora essere fissata. La studentessa è stata ascoltata in audizione protetta, mentre a quanto risulta il docente non ha ancora chiesto di essere interrogato dagli inquirenti. Ma la situazione emersa dall’analisi dei dispositivi informatici, del suo telefono e del telefono della ragazza, non lascia spazio a interpretazioni. “Ho immaginato di baciarti”, recita una delle frasi meno choccanti, e tutto il tenore delle conversazioni è quanto di più lontano da ciò che dovrebbe essere uno scambio tra una minorenne e un adulto, tanto più se quest’ultimo è un suo insegnante. Una circostanza sottolineata anche dalla Procura nel 415 bis: l’uomo avrebbe approfittato del suo ruolo di docente per condizionare la volontà di un’alunna affidata alla sua cura e istruzione. Un comportamento che aveva fatto sentire la vittima importante, ottenendone la fiducia, e che oltre ai messaggi si era concretizzato in alcuni approcci come carezze sulla schiena, abbracci e baci sulla guancia. Un contesto tanto sconvolgente però non poteva passare inosservato a un genitore attento. La mamma aveva notato alcuni cambiamenti nell’atteggiamento della figlia, e si era allarmata, temendo che fosse finita in una situazione pericolosa. Così, con una scusa, era riuscita a impossessarsi del cellulare della ragazza e, si può immaginare con quale sgomento, aveva scoperto la chat con un adulto che, al contrario, doveva proteggerla e vigilare sulla sua formazione. Sconvolta dal contenuto e dalla quantità dei messaggi (migliaia concentrati in circa un mese), la donna era subito intervenuta per interrompere quelle oscenità e si era rivolta alla magistratura per sporgere denuncia. Erano così partiti gli accertamenti, raccogliendo testimonianze ma soprattutto sequestrando i dispositivi e il cellulare dell’insegnante, che sono stati sottoposti a controlli e verifiche insieme a quello dell’allieva. In questi modo gli inquirenti hanno acquisito le chat che insieme ad altri elementi costituiscono le fonti di prova su cui si basa l’impianto accusatorio a carico del docente. Che non risulta essere stato sospeso dall’insegnamento e che ora si dovrà difendere da accuse gravissime. 
Dirigente scolastico regionale
«Aspettiamo che la Procura ci comunichi elementi necessari per agire, e non appena li avremo procederemo ad adempimenti di competenza. La situazione era comunque presidiata dal dirigente scolastico: nella classe c’è sempre stata una compresenza con altri docenti per evitare che ci fossero problemi da quando sono emersi i fatti contestati». Lo dichiara all’Ansa il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale Bruno Di Palma. «Appresa la notizia mi sono subito attivato con l’Ufficio territoriale di Ferrara, che era in contatto con la Procura per concordare le azioni al fine di non compromettere il quadro istruttorio; appena la Procura ci darà gli ultimi elementi l’ufficio si attiverà, come sempre fa in questi casi. Vorrei rassicurare è che non vi è stata alcuna turbativa dell’ambiente scolastico, costantemente presidiato dal dirigente d’intesa con l’Ufficio di ambito territoriale di Ferrara».