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Comunità cinese in festa a Ferrara: è iniziato l’anno del serpente

Francesco Dondi
Comunità cinese in festa a Ferrara: è iniziato l’anno del serpente

Cibo, balli e tradizioni al centro delle iniziative per la ricorrenza

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Ferrara Addio anno del Drago, benvenuto anno del Serpente di legno che porta con sé prosperità e grande fascino. Oggi è una giornata speciale per la comunità cinese, che celebra l’arrivo del nuovo anno. E con sé arrivano anche tanti buoni auspici per ciò che riserverà il futuro. A Ferrara non ci saranno celebrazioni pubbliche come invece avviene nelle città dove la comunità cinese è piuttosto numerosa come, ad esempio, Milano, Prato, Torino o Roma. Ma ciò non significa che non si festeggerà, anzi. Per scoprire le tradizioni abbiamo iniziano un viaggio alla scoperta della cultura cinese, accompagnati da Wu Qifa, presidente e tesoriere del Centro interculturale italo-cinese di Ferrara, che svolge diverse attività di contratto tra le due comunità nella sede di via Goretti, 90. Accanto a lui c’è Francesca Massari, ferrarese doc, che alcuni anni fa ha raccolto la sfida: studiare una lingua che non sia basata sull’alfabeto. «La strada è ancora lunga - dice sorridendo - Diciamo che serve tanto impegno e curiosità. Non so se finirò mai di imparare”. Francesca è l’interprete di questo viaggio, un modo per agevolare la comprensione reciproca anche se Qifa parla comunque bene l’italiano.

«Ieri - dice il presidente – è stato l’ultimo giorno dell’anno e ha coinciso con le due settimane di vacanza in attesa dell’arrivo dell’anno del Serpente. In questi giorni si attaccano messaggi augurali alle attività commerciali e alle abitazioni e per ognuno viene scritto un pensiero positivo: ai negozi si auspica di fare buoni affari e di avere una florida stagione commerciale; a chi ha figli si augura di vederli andare bene a scuola; a chi ha anziani una lunga vita».

È inoltre tradizione fare rientro a casa dei genitori per celebrare il nuovo anno (“nian” in cinese) con una cena tutti insieme; è quello il momento in cui la famiglia si ritrova unita anche con chi vive lontano. «Chi è originario dal nord della Cina solitamente mangia i ravioli con la carne di maiale, un piatto molto apprezzato e cucinato nelle occasioni speciali perché proprio in quei momenti venivano macellati i maialini; nella zona del sud, invece, vengono consumate le Niangao, le torte di riso a più piani - spiega Wu – Le abitazioni da una settimana sono tutte pulite, è un’attenzione che risale a tanto tempo fa e porta con sé una suggestione simbolica: si è convinti che pulendo attentamente si liberino le case dalle cose nefaste che si sono accumulate e che invece il nuovo anno porterà soltanto buone nuove e aspetti positivi. Figurarsi che in passato, quando le finestre erano di carta, si procedeva al rinnovo totale degli infissi».

Per concludere, la notte di passaggio dall’anno porta con sé altre due tradizioni: le lanterne cinesi sono tra le consuetudini più apprezzate e conosciute anche tra gli italiani. Al loro interno vengono riposti messaggi benauguranti come si fa, ad esempio, con i palloncini carichi d’elio librati in aria dai bambini durante le feste paesane. Ma assai suggestiva è anche l’esplosione di petardi e fuochi d’artificio, legata a una storia mitica: il rumore, infatti, tiene lontano Nian, il mostro con la testa di leone che usciva dalle foreste per divorare gli uomini, in particolare i più giovani. Per esorcizzarlo si procede con danze acrobatiche di ragazzi vestiti da leone che propongono movimenti folkloristici e intorno ai quali si riunisce la comunità che festeggia riunita e senza pensieri. Il tutto circondato dal fumo rosso perché il rosso è il colore che intimorisce Nian.

«Mi piace poi ricordare un’ultima tradizione - spiega Wu Qifa - Si tratta delle buste rosse: il primo giorno del nuovo anno i più anziani oppure i capi delle aziende vanno dai giovani o dai loro sottoposti per consegnare queste buste con una ricompensa monetaria. È qualcosa di molto suggestivo, non avviene tra pari perciò un amico non consegnerà mai una busta ad un altro amico, ma è invece verticistico».