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Dolore e incredulità

Argentano morto a Tenerife, il nipote: «Per noi resterà lo zio invincibile»

Annarita Bova
Argentano morto a Tenerife, il nipote: «Per noi resterà lo zio invincibile»

Venturi è morto domenica in un incidente con il parapendio

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San Biagio Il corpo di Stefano Venturi, 60 anni di San Biagio, verrà cremato a Tenerife e quindi le sue ceneri saranno riportate in Italia dai parenti.

Venturi è morto domenica pomeriggio alle Canarie in un incidente con il parapendio. L’uomo, prima di cadere nel vuoto, avrebbe impattato contro dei fili dell’alta tensione. Venturi si trovava sull’isola con amici e parenti e il viaggio era stato organizzato proprio per partecipare ad una manifestazione dedicata agli appassionati di parapendio. Al momento dell’incidente era sulla strada per la spiaggia Benijo (Santa Cruz), in un’area particolarmente apprezzata per la bellezza dei suoi paesaggi.

Un testimone oculare avrebbe riferito di aver sentito un forte boato negli stessi minuti in cui il sessantenne sarebbe precipitato. Subito dopo la caduta, un gruppo di infermiere presenti sulla spiaggia avrebbe provato a fornire assistenza a Venturi, in attesa dei soccorsi. Purtroppo, nonostante il trasporto tempestivo presso l’ospedale della zona, per lui non c’era più nulla da fare.

Il dolore «Non è facile raccontare mio zio - spiega il nipote Filippo Venturi -. E non lo è perché persone come lui non ne ho mai conosciute. Per noi è sempre stato divertimento puro, sana pazzia. Era lo zio che ci permetteva tutto, che ci faceva fare le cose più strane e impensabili. Con lui le giornate erano tutte speciali». Stefano non aveva figli e non era sposato. Viveva con la mamma a San Biagio e la accudiva in tutto e per tutto. «La adorava e lei adorava lui. La nostra è una famiglia numero sa e vivace - va avanti il nipote -. Zio Stefano lavorava nella ditta di famiglia, a Conselice. Sono antennisti, radiotecnici».

Il 60enne lascia i fratelli Gianluigi, Agostino, Gianpaolo e Chiara. «Insieme a lui c’era anche mia cugina. Erano partiti insieme ma questa volta Stefano non era così convinto di andare. Ha affrontato il viaggio senza il solito entusiasmo, era un po’ giù di corda. Chissà, forse qualcosa sentiva o forse non stava bene. In effetti una persona esperta come lui difficilmente sbaglia una manovra relativamente semplice». A quanto pare Venturi non è morto subito. «Quando sono arrivati i primi soccorsi, tra cui anche mia cugina, era ancora vivo. Purtroppo le ferite riportate erano gravissime e nulla i medici hanno potuto fare per salvarlo. Il suo corpo verrà cremato e le ceneri saranno riportate a casa. È stato un duro colpo per noi. Nei mesi scorsi la mia mamma e adesso lui...».

La vittima faceva parte di un gruppo di nove persone, tutte italiane, che stavano praticando parapendio nella zona. Un evento organizzato che ogni anni richiama decine di appassionati da ogni parte del mondo.