Superano l’esame con l’Ai, l’università di Ferrara annulla la prova
La comunicazione via mail: «È emerso che numerosi partecipanti hanno fatto uso di strumenti esterni, come ChatGPT e altri»
Ferrara Prima o poi doveva succedere, ed è successo anche a Ferrara. L’uso di applicazioni di intelligenza artificiale da parte di alcuni studenti universitari per superare un esame sembra essere la ragione – anzi, lo è ufficialmente – che ha portato all’annullamento della prova. È accaduto nell’ultima prova di psicobiologia e psicologia, insegnamento tenuto dai professori Laila Craighero, Damiano Menin e Luigi Zerbinati, nel corso di laurea Scienze motorie dell’Università di Ferrara. L’esame, consistente in una serie di domande a risposta multipla sulla piattaforma “Moduli” di Google ed effettuato dagli studenti usando il proprio computer o tablet, si è tenuto il 27 gennaio scorso ed è stato annullato con una doppia comunicazione via email del 29 gennaio che forse ha generato delle incomprensioni e sicuramente ha agitato, e non poco, una larga parte dei circa 360 studenti che l’avevano sostenuto. In una prima comunicazione sono stati addotti motivi tecnici alla base della decisione di annullare la prova. Questa ha generato un’ondata di proteste da parte degli studenti che hanno inviato molte email all’indirizzo della professoressa Craighero. Una seconda comunicazione, più chiara sui reali motivi della grave decisione, non è stata ricevuta da tutti gli studenti. Ma è in essa che i professori spiegano cosa è avvenuto: «Care studentesse e cari studenti, in una precedente comunicazione vi avevamo informato dell'annullamento della prova d'esame attribuendolo a problemi tecnici della piattaforma. Tuttavia, a seguito di verifiche interne, è emerso che numerosi partecipanti hanno fatto uso di strumenti esterni, come ChatGPT e altre applicazioni online, per rispondere alle domande».
«Abbiamo indicazioni sul fatto che ci sono stati utilizzi di strumenti esterni come ChatGPT per rispondere alle domande, ma non è possibile risalire a chi lo abbia fatto, «non a abbiamo nessun metodo per capire chi ha barato», spiega la professoressa Craighero, che appare delusa da ciò che è accaduto e turbata dalla reazione degli studenti, che l’hanno fatta oggetto di un “mail bombing”.
Il motivo della prima email più generica è spiegato con il fatto che «una studentessa risultava assente e invece era presente e abbiamo pensato sul momento che ci fosse un problema tecnico». Poi, valutando una media voto molto alta – 28, secondo quanto riferisce la professoressa – e probabilmente anche le segnalazioni di qualche studente, le tessere del puzzle sono andate al loro posto. Da qui la decisione, condivisa anche con il coordinatore del corso di studi, di annullare la prova e ripeterla per tutti «con strumenti che escludano uso di strumenti esterni». Chiaro che sia una decisione punitiva anche e soprattutto per gli onesti, alcuni dei quali residenti lontano o con problemi legati al lavoro e alla famiglia, e che devono fare i salti mortali per fare gli esami. Ripeterlo dopo averlo passato onestamente, magari con un bel voto sudato, non è sicuramente il massimo.