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Il caso

A Ferrara l’Ai per passare la prova d’esame, Unife: «Atto grave»

Daniele Oppo
A Ferrara l’Ai per passare la prova d’esame, Unife: «Atto grave»

Severa presa di posizione dell’Ateneo per il comportamento di alcuni studenti. Il prorettore Tanganelli: «Così traditi i principi di onestà e rispetto»

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Ferrara «Si tratta di un atto grave che non solo compromette l’integrità dell’esame stesso, ma rappresenta anche una violazione delle regole accademiche e del codice etico che ogni studentessa e ogni studente è tenuto a rispettare». È comprensibilmente severo il giudizio dell’Università di Ferrara per quanto accaduto nel corso di una prova di esame di psicologia e psicobiologia del corso di laurea di Scienze motorie, durante la quale alcune studentesse e studenti hanno utilizzato strumenti di intelligenza artificiale e altre applicazioni online per rispondere alle domande e passare il test, ottenendo anche voti elevati. Il giudizio è espresso in maniera netta dal professor Paolo Tanganelli, prorettore alla didattica, al diritto allo studio e alla formazione insegnanti di Unife.

«Desidero esprimere il mio rammarico riguardo a quanto accaduto – afferma Tanganelli – . L’uso di strumenti non consentiti durante le prove d’esame non solo danneggia l’integrità della valutazione, ma tradisce i principi di onestà e rispetto che sono alla base della nostra comunità universitaria. Questi comportamenti non sono tollerabili in un contesto educativo che deve fondarsi sull’onestà e sul rispetto delle norme comuni e compromettono anche le studentesse e gli studenti che si impegnano onestamente e rispettano le regole, a cui va tutta la nostra comprensione». L’uso delle tecnologie più avanzate anche per “barare” agli esami è uno dei grandi problemi che le università – così come le scuole – devono affrontare di questi tempi. «Ci troviamo oggi in un contesto di rapido cambiamento tecnologico, che sta trasformando profondamente i metodi di insegnamento e le modalità di interazione tra docenti e studenti – osserva il prorettore –. In questo scenario, gli atenei si trovano di fronte a una sfida complessa e urgente e lavorano quotidianamente per adattarsi e rispondere tempestivamente a queste trasformazioni. Anche il nostro Ateneo è impegnato su questo fronte. Lavoriamo costantemente per mettere in atto misure efficaci a contrastare comportamenti non corretti, che possano compromettere l’integrità del percorso educativo». Qui risiede e si fonda la decisione di annullare la prova di esame, colpendo in una volta sola sia gli studenti onesti che quelli che hanno barato, nell’impossibilità di distinguere caso per caso tra i 362 partecipanti. «Per questo motivo, in accordo con i docenti titolari del corso di studio (i professori Laila Craighero, Damiano Menin e Luigi Zerbinati, ndr) e con il coordinatore, abbiamo deciso di procedere all’annullamento della prova, nell’ottica di tutelare l’intera comunità studentesca e garantire equità a chi ha svolto l’esame correttamente. È fondamentale che tutti gli studenti comprendano che il rispetto delle regole non riguarda solo il risultato finale – conclude il professor Tanganelli – , ma è un valore imprescindibile per la crescita personale, accademica e professionale».