La Nuova Ferrara

Ferrara

Il caso

Ferrara, operate agli occhi e morte in poche ore: indagine al palo

Daniele Oppo
Ferrara, operate agli occhi e morte in poche ore: indagine al palo<br type="_moz" />

Secondo i consulenti tecnici non ci furono errori e responsabilità per nessuno dei ventidue indagati

2 MINUTI DI LETTURA





Ferrara Ci sono due donne decedute dopo un intervento agli occhi all’ospedale Sant’Anna di Cona. Ci sono ventidue sanitari, tra medici e infermieri, indagati. C’è una consulenza tecnica richiesta dalla Procura di Ferrara che individua la probabile causa della morte di entrambe le pazienti legata a una sostanza usata per l’intervento chirurgico, ma che non spiega come sia potuto accadere e non evidenzia errori e responsabilità per nessuno degli indagati.

È passato un anno e mezzo dai misteriosi decessi delle signore Gabriella Cimatti (81 anni di Forlì) e Mara Cremonini (70 anni di San Pietro in Casale), entrambe in trattamento per una patologia tumorale, ed entrambe decedute dopo l’intervento, eseguito il medesimo giorno, il 27 e il 28 luglio del 2023, a distanza di poche ore l’una dall’altra. L’indagine ora è ferma ai risultati della consulenza tecnica sulla causa dei decessi e sul ruolo di una particolare sostanza utilizzata nel corso degli interventi. Da quanto si è potuto apprendere, gli esperti Giambattista Golè (medico legale) ed Enrico Gerace (tossicologo), hanno appurato che le morti siano sono avvenuti a causa dell’entrata in circolo del perfluorottano, sostanza utilizzata in chirurgia oculistica per il drenaggio del liquido sottoretinico, che avrebbe contribuito a causare un’embolia polmonare a entrambe le pazienti e la conseguente morte. Non sono stati però segnalati errori nell’esecuzione del complesso intervento chirurgico né nel trattamento successivo, che ha visto le due signore accusare malori via via più gravi, fino ai rispettivi decessi. La coincidenza temporale dei due eventi fatali sembra creare titubanze in via Mentessi, sede della Procura, sulle future direzioni dell’indagine, mentre, proprio a fronte dell’esito considerato “positivo” della consulenza tecnica, da parte delle difese degli indagati – l’equipe chirurgica e i sanitari che hanno preso in cura le due pazienti successivamente – traspare una certa fiducia su una possibile archiviazione dell’indagine. Gli indagati sono assistiti dagli avvocati Marco Linguerri, Giuseppe Moretti, Michele Ciaccia, Gianni Ricciuti, Elena Crepaldi e Silvia Fasolin.

V’è da dire che oltre alla sequenzialità dei decessi, vi è una seconda questione: nessuno aveva pensato di avvisare il magistrato di turno. L’Azienda ospedaliera fece due analisi da sé e poi restituì le salme ai parenti per le sepolture. Solo dopo una “soffiata” si verificò l’intervento d’urgenza della Procura, che in un caso dovette interrompere il funerale, con il sequestro delle salme. Nel frattempo sala operatoria e macchinari erano già stati “manipolati” vanificando così ogni utilità di una loro analisi. Per questo il sostituto procuratore Andrea Maggioni aveva aperto anche un fascicolo a carico di ignoti per l’ipotesi di reato di omissione di referto.