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La nomina

Fabio Bergamini è il nuovo Capo di gabinetto del sindaco Fabbri

Stefano Ciervo
Fabio Bergamini è il nuovo Capo di gabinetto del sindaco Fabbri

Inizia così il dopo Lodi, ma si attende ancora una decisione definitiva sulle deleghe dell'assessore sospeso. Il Pd: "Sicurezza da assegnare"

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Ferrara Il primo tassello del riassetto di Palazzo Municipale dopo l’uscita di Nicola Lodi dalla giunta, a seguito della condanna per il caso Cidas, e di riassetti dirigenziali già in corso è stato posto ieri. Il sindaco Alan Fabbri ha infatti annunciato il nuovo capo di gabinetto: sarà Fabio Bergamini a ricoprire il ruolo fino al termine del mandato. La firma è arrivata appunto ieri, Bergamini dirigerà l’ufficio formato dai più stretti collaboratori del sindaco ed è stato scelto, informa la nota di Palazzo Municipale, «tra una ventina di curricula pervenuti».

Il 46enne di origine bondenese, come lo stesso primo cittadino, ha acquisito un’importante esperienza amministrativa sia sul territorio ferrarese che a livello regionale. Già sindaco di Bondeno dal 2015 al 2020, succedendo appunto a Fabbri, è stato successivamente consigliere regionale della Lega e segretario dell’Ufficio di presidenza negli ultimi quattro anni della precedente legislatura regionale. Ha inoltre lavorato in Prefettura dal 2005 a oggi, e in curriculum ha anche una laurea in Filosofia all’università di Ferrara. Bergamini ha senza dubbio il profilo ideale per ricoprire il ruolo di braccio destro di Fabbri, ma in questo modo si sfila dalla corsa ad assessore: da molti era dato per sicuro successore di Lodi, anche per la comune fede leghista, ma i segnali che arrivavano dai piani alti di Palazzo Municipale hanno suggerito da subito una strada diversa. Resta un punto interrogativo sulle reali intenzioni del sindaco sul “rinforzo” in giunta, anche se sono tornate a intensificarsi le voci di una imminente scelta dal mazzo dei candidati della lista Fabbri: un attuale consigliere dovrebbe peraltro dimettersi per accettare un posto che, in tutte le dichiarazioni ufficiali, viene tenuto “in caldo” per un rientro di Lodi tra un anno e mezzo, svanita la sospensione prevista dalla legge Severino. In queste settimane, peraltro, alcuni assessori hanno coperto il vuoto sul campo lasciato dall’ex collega, pur rimanendo formalmente le deleghe vacanti in capo al sindaco.

A muoversi come possibile delegata alla Sicurezza, ad esempio, è stata Cristina Coletti, in particolare nei riguardi del corpo di Polizia locale. Ed è proprio questo il fronte più “caldo” perché preso di mira dalle opposizioni. «Azioni come riassegnare la delega alla Sicurezza, investire in risorse umane e tecnologiche, implementare politiche di prevenzione, collaborare fattivamente con le forze dell’ordine per intensificare i controlli sul territorio e contrastare la criminalità appaiono non più solo auspicabili ma non ulteriormente rimandabili -è la presa di posizione di Matteo Proto, uomo sicurezza del Pd - La recente ondata di furti, episodi di spaccio e microcriminalità che sta colpendo la città di Ferrara ha raggiunto livelli di guardia, pur a fronte del costante impegno e dell’assidua presenza delle Forze dell’Ordine, cui va rivolto un sincero ringraziamento in qualità di unico baluardo a difesa della città. Nonostante le rassicurazioni dell’amministrazione comunale, che nelle sue linee di mandato promette una “Città sicura” e “libera dalla criminalità”, la realtà dipinge un quadro ben diverso».