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L’episodio

I ladri nell’Oasi di Campotto fanno razzia di macchinari

Giorgio Carnaroli
I ladri nell’Oasi di Campotto fanno razzia di macchinari

Raid notturno: il valore della refurtiva risulterebbe di circa 100.000 euro

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Argenta Per la seconda volta, se non addirittura la terza in pochi mesi, una banda esperta di ladri è entrata in azione in due distinti cantieri attualmente in corso d’opera all’interno dell’Oasi di Campotto. Il valore preciso della refurtiva risulterebbe di circa 100.000 euro. Tanto per dare una dimensione, solamente in uno dei due cantieri oggetto di “visita”, i malviventi hanno portato via due generatori di corrente, una saldatrice completa di accessori e due motopompe. Da notare che sono macchinari industriali di un peso tale che non possono essere movimentati con delle braccia ma solamente o con camion dotati di gru oppure – ed è l’ipotesi più probabile -, utilizzando gli escavatori presenti sul cantiere. Se per il furto messo a segno a dicembre sempre negli stessi cantieri, il valore degli attrezzi rubati tipo piccola carpenteria come flessibili, martelli pneumatici, è risultato di circa 10.000 euro, in questo secondo caso l’ammanco è molto più sostanzioso. Da una prima ipotesi fatta da chi conosce bene questi argini che fanno parte dell’Oasi e quindi del Parco del Delta del Po di proprietà del Consorzio della Bonifica Renana, i ladri hanno agito indisturbati la notte scorsa e ieri mattina, alla ripresa dei lavori nei due cantieri, gli operai si sono accorti della mancanza dei macchinari e di conseguenza hanno richiesto l’intervento dei carabinieri giunti sul posto dalla caserma di Argenta e anche da quella di Longastrino. Non si esclude, che ad agire siano stati due gruppi di malviventi con due camion con una portata superiore ai 45 quintali. Per accedere al primo cantiere, allestito per realizzare in nuovo manufatto idraulico per collegare le casse Campotto-Bassarone per un valore a base d’asta di oltre 326mila euro (commissionato dalla stessa Renana ad una ditta del Veneto), i ladri hanno percorso l’argine dell’emissario Lorgana, poi aperto il cancello situato vicino alla chiavica Bassarone, hanno raggiunto il primo cantiere. Forzato l’escavatore e messo in moto, hanno caricato sul camion i macchinari. Per arrivare, invece, all’altro cantiere – peraltro diviso in due sezioni necessarie entrambi per realizzare il bypass con un tubo – hanno percorso la strada bianca sotto l’argine del fiume Reno, quella che conduce al rifugio del Cai e all’idrovora Beccara l’impianto noto per il funzionamento di porte vinciane. Proseguendo sempre su strada bianca hanno raggiunto il cantiere, proprio mentre sono in corso le perforazioni per realizzare il bypass. Anche in questo caso, la banda ha utilizzato il potente escavatore per caricare la pesante refurtiva.