Addio a “Caco” Pagani, una vita per Bando e calcio
Il 70enne ha dato tutto per il suo paese e la società sportiva. La figlia Greta: “Per me è stato un supereroe”
Bando “Caco” - come tutti conoscevano Franco Pagani -, non c’è più. A 70 anni è deceduto martedì nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Sant’Anna di Cona. “Caco” è sinonimo di passione per il calcio e non solamente quello che lui stesso ha praticato da giovane, ma è stata anche una overdose di calciomania che ha trasmesso ai propri figli, Greta e Jacopo. Potrebbe sembrare facile per dei figli descrivere chi è stato il proprio papà, e invece non è sempre così. Occorre guardarsi dentro, riflettere, ammettere e soprattutto far parlare il cuore ed è ciò che hanno fatto Greta e Jacopo. «Per una figlia il papà è sempre un supereroe – ammette Greta con un nodo in gola -. Quando ero ragazzina, lui c’era sempre anche pronto a sgridarmi e, a volte, con qualche sberla. Erano sberle che mi hanno insegnato, aiutato a crescere: ci volevano. Papà era una persona burbera, riservata, ma con un cuore grande così. Ha aiutato tutti e lui non mai voluto essere aiutato, anche quando da una settimana era in terapia intensiva. Non voleva cure, nulla, e pensiamo si sia lasciato andare perché non voleva essere d’intralcio». Greta si ferma un attimo, tira un lungo respiro e racconta del padre e della passione per il calcio: «A me e a mio fratello ci ha attaccato questa passione perché siamo nati nel pallone, come fossimo nati nel campo di Bando. Col tempo questa passione è cresciuta e ad oggi siamo talmente coinvolti che il campo di Bando è la nostra seconda casa. Se noi due fratelli siamo così lo dobbiamo a mamma e a papà e se voglio pensare a lui, non vado al cimitero ma al campo sportivo, perché so che lui è presente. Tutto ciò che c’è attorno è il frutto dell’attaccamento alla squadra e per me è un posto sicuro dove posso incontrarlo. Se io – ecco la riflessione – ho certi valori è grazie a mia mamma e mio papà che ci hanno insegnato l’educazione. A lui bastavano le sue sigarette, il bar e il paese».
Franco Pagani, ha lavorato una vita nell’impresa edile “2P” Pollini-Pagani di Bando ma appena aveva due minuti, il passatempo era il calcio, sport che ha trasmesso al figlio Jacopo, attaccante di successo con una importante carriera (dal vivaio Spal a squadre fra serie D, Eccellenza e Promozione) di certo non ha bisogno di presentazione. «Mi sento di ringraziare mio padre – dice Jacopo – per la passione che mi ha trasmesso e di cui ne farò sempre tesoro. Anzi: è la mia vita, il mio secondo lavoro». «Ultimamente - riprende Greta – gli ho detto che la frittata si è rivoltata e che mi doveva dare ascolto perché lo facevamo per il suo bene e ci ha ascoltato nonostante fosse testardo, impulsivo e forse per questo che molti non lo hanno capito. Un’ultima cosa: grazie a tutto il reparto di terapia intensiva di Cona». Il 70enne lascia anche la nipote Ludovica, il fratello Massimiliano e gli altri parenti. I funerali si sono svolti oggi, giovedì 13 febbraio, alle 14.45 alla camera mortuaria di Argenta con una breve benedizione poi la cremazione. Le offerte vanno devolute all’Asd Bando, che proprio quest’anno potrebbe centrare la storica promozione in Prima categoria. Anche per “Caco”.