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Ferrara, invalido truffato dal suo avvocato: il legale ha patteggiato

Ferrara, invalido truffato dal suo avvocato: il legale ha patteggiato

Tra il 2017 e il 2018 l’avvocato si era appropriato di 133mila euro appartenenti al conto di un uomo infermo

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Ferrara Ha patteggiato un anno e quattro mesi di reclusione l’avvocato Alfredo Zucchi accusato di aver truffato un suo cliente tra il 2017 e il 2018. L’istanza è stata accolta oggi, 19 febbraio, dal giudice delle indagini preliminari Silvia Marini. L’avvocato, appartenente al Foro di Ferrara, si è appropriato in modo fraudolento di almeno 133.874 euro appartenenti al conto di un uomo infermo di cui era amministratore di sostegno. L'accordo sulla pena accolto dal giudice non era subordinato alla restituzione del denaro sottratto. Questo anche perché il reato inizialmente contestato, quello di peculato, è stato riqualificato in truffa, che non pone come condizione per il patteggiamento la restituzione del maltolto. Rimane impregiudicata una eventuale causa civile.

I fatti

L’imputato - difeso dagli avvocati Dario Bolognesi e Antonio Vesce – era accusato di avere raggirato il suo amministrato (inducendo in errore il giudice tutelare e l’impiegato della banca che ha eseguito le operazioni) facendosi autorizzare pagamenti molto cospicui per attività quali “esame e studio della pratica”, “conferenze telefoniche”, “conferenze con i professionisti”, “conferenze presso Inps”, “esame posizione pensione invalidità”. Parliamo di prelievi da 10.213 euro, 17.509 euro, 23.710 euro effettuati in meno di dieci giorni nell’ottobre 2017 e autorizzati a consuntivo nel marzo dell’anno successivo dal giudice. E poi ancora, da febbraio a giugno 2018, si era fatto autorizzare in via preventiva dal giudice a prelevare altre decine di migliaia di euro (oltre 80mila euro) sempre per le stesse attività legate alla pratica pensionistica. Balza all’occhio una doppia autorizzazione per lo stesso preciso importo (21.886,80 euro) autorizzato prima a gennaio e poi a marzo per attività formalmente differenti. È stato dichiarato il non luogo a procedere per un ulteriore imputazione su un prelievo di 30mila euro autorizzato dal giudice tutelare per effettuare il rifacimento della facciata di un immobile, senza che i lavori siano stati eseguiti. La difesa aveva evidenziato in sede d’indagine che quei 30mila euro erano stati fatti transitare successivamente sul conto corrente della madre dell’amministrato.