Ferrara, perseguitata dall’ex. Durante la relazione le imponeva anche il peso
Un 28enne condannato a tre anni e quattro mesi di reclusione per stalking
Ferrara Quando stavano insieme, la controllava su tutto: le frequentazioni, i messaggi, il trucco (che non doveva avere). Perfino il peso: se dimagriva sotto un certa soglia, la insultava e umiliava, perché a lui non piaceva. Quando lei lo ha lasciato, lui non è sparito, è anzi diventato ancora più molesto, pretendendo di controllare il suo cellulare quando si incontravano per chiarirsi, oppure insultandola, minacciando di ucciderla e di stuprarla quando lei faceva intendere che non voleva più avere niente a che fare con lui e lo invitava a smettere di importunarla, paventando anche una denuncia. Comportamenti – quelli persecutori – che sono valsi una condanna a tre anni e quattro mesi di reclusione – con il rito abbreviato, per cui con il beneficio dello sconto di un terzo della pena – per un 28enne a processo per stalking. Ieri mattina la decisione del giudice dell’udienza preliminare Andrea Migliorelli. La procura aveva chiesto una pena più lieve, a due anni di reclusione.
La vittima si era costituita parte civile, assistita dall’avvocata Sara Bruno. Il fatti contestati al giovane – che è recidivo, tanto che la relazione era nata mentre si trovava ai domiciliari per un precedente stalking – sono avvenuti tra i mesi di luglio e di dicembre del 2023, dopo la rottura del rapporto di coppia e dopo che l’uomo era entrato in carcere (per l’aggravamento della misura cautelare) e ne era uscito. Il tentativo di reintegrazione fatto dalla sua compagna non è stato proficuo, anzi lui ha continuato a pretendere di controllarla, fino appunto a farsi molto minaccioso per l’incolumità della donna. L’ha obbligata spesso a rendere conto di cosa stava facendo, di dove si trovava, con chi era, con chi si scambiava messaggi. Poi gli insulti e anche le botte, con delle percosse sul viso. E ancora le minacce, di picchiarla, di sfigurarla, di stuprarla, di ammazzarla. Una situazione insostenibile, che nemmeno dopo averlo bloccato in ogni piattaforma online è servito a domare. È servito rivolgersi a un centro antiviolenza, denunciarlo alla Polizia, mandarlo a processo. l
Daniele Oppo
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