“Il Cinquecento a Ferrara”, 36mila visitatori per la mostra a Palazzo dei Diamanti
La rassegna si è chiusa dopo quattro mesi. L’assessore Gulinelli: “Grande soddisfazione”
Ferrara Sono stati 36.224 i visitatori della mostra “Il Cinquecento a Ferrara. Mazzolino, Ortolano, Garofalo, Dosso” allestita al Palazzo dei Diamanti dal 12 ottobre 2024 al 16 febbraio 2025 e organizzata da Fondazione Ferrara Arte e Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara, con il contributo della Regione Emilia-Romagna, il patrocinio del Ministero della Cultura, in collaborazione con la Direzione Generale Musei e la Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Ministero della Cultura. La rassegna si è inoltre avvalsa del sostegno di Copma come sponsor e di Versalis come partner della mostra e partner unico del progetto didattico “Dipingere farfalle”.
La mostra, curata da Vittorio Sgarbi e Michele Danieli, con la direzione di P
i etro Di Natale, è stata molto apprezzata dai gruppi scolastici: sono state 133 le classi in mostra per un totale di 2.943 studenti coinvolti, soprattutto di Ferrara e provincia (2.263 studenti). Buonissimi risultati per il catalogo: 1.413 volumi venduti. «Si conclude con grande soddisfazione la grande mostra dedicata all’arte e alla cultura ferrarese del primo Cinquecento, un evento che ha saputo conquistare il plauso della critica e delle principali riviste di settore. Il valore di questa iniziativa non si misura solo dai numeri, ma dall’idea stessa che l’ha resa possibile: un progetto capace di arricchire il tessuto culturale cittadino e di offrire nuove prospettive sull’arte e la sua storia», commenta Marco Gulinelli, assessore alla Cultura di Ferrara.Vittorio Sgarbi aggiunge: «Da ogni parte del mondo sono tornate a Ferrara opere rare e di fantasia onirica. Il percorso espositivo ha messo in luce in maniera esemplare le peculiarità dei linguaggi, colti e originali, dei quattro protagonisti. Seguirà la stagione di Ercole II». Da parte sua Di Natale ha aggiunto: «Il grande sforzo organizzativo sotteso a questa mostra, alla quale abbiamo lavorato assieme ai curatori e ai componenti del comitato di studio per quasi due anni, è stato ampiamente ripagato dai tantissimi messaggi che ho ricevuto sin dai primissimi giorni dopo l’apertura. Oltre alle sale, memorabili, con i capolavori di Dosso, sono state elogiate soprattutto quelle che raccoglievano le opere di Mazzolino e Ortolano, pittori di assoluta grandezza che il pubblico ha scoperto in questa occasione».