Molinella, agricoltori circondati dai cinghiali: «Siamo esasperati»
Allarme vicino all’Argentano: possono distruggere un campo in una notte. Non è possibile cacciarli e al momento il Piano regionale sembra debole
Molinella La presenza dei cinghiali sta diventando un grave problema per i territori di Molinella e Selva Malvezzi, a due passi dall’Argentano. Negli anni scorsi gli interventi messi in campo dalla Regione Emilia Romagna sono stati diversi e mirati ma purtroppo, non essendoci predatori in natura (i lupi sono in numero limitato), il controllo è difficile e gli animali, che non hanno più alcun timore dell’uomo, arrivano fin nei cortili e davanti alle case. Non solo, nelle aziende agricole distruggono raccolti e mangiano di tutto. E se a questi si aggiungono le nutrie, per gli agricoltori lavorare (e di conseguenza vivere) è diventato molto difficile. «Siamo circondati. In una sola notte fanno pizza pulita», spiegano «e noi non sappiamo come difenderci». Le battute al cinghiale sono ovviamente regolamentate, «non vogliamo l’abbattimento, non chiediamo questo. Solo che venga messo in atto un Piano, come negli anni scorsi quando li hanno portati via con le gabbie».
Il Piano in effetti c’è ed è gestito dalla Regione. Le azioni rispondono all’esigenza di mitigare i danni subiti dalle coltivazioni agricole, ma non solo. Contenere l’espansione demografica dei cinghiali in regione è infatti una delle azioni del Priu, un piano che punta a combattere la diffusione della Peste suina africana (Psa) sul nostro territorio.
Per rispondere a tali esigenze, e anche per contenere i danni al sistema idraulico regionale apportati da specie selvatiche come le nutrie, che scavano le proprie tane negli argini di fiumi e canali compromettendone la stabilità, la Regione si è attivata mettendo a disposizione delle Province, soggetti attuatori dei piani di controllo, risorse per 1,1 milioni di euro ripartite su un periodo biennale. «Le convenzioni con le amministrazioni provinciali- spiega l’assessore regionale all’Agricoltura e alla Caccia, Alessio Mammi - permettono una maggiore incisività d’azione, fornendo alle polizie provinciali risorse fondamentali per dare attuazione ai piani di controllo sui propri territori. Questo con l’intento fondamentale di ridurre sia la presenza di cinghiali, sia di operare per la riduzione dei danni derivanti dalle specie fossorie, nutrie e volpi, le quali creano non pochi problemi alla rete idraulica regionale».
Va ricordato, poi, come la Regione Emilia-Romagna conceda contributi destinati alle piccole e medie imprese attive nel settore della produzione primaria di prodotti agricoli per l’acquisto di presìdi di prevenzione per i danni causati dalla fauna selvatica. «Lo sappiamo bene e tanti di noi hanno già provveduto. Ma la situazione resta comunque grave e anche in questi giorni ci siamo svegliati al mattino con i campi scavati e distrutti. Forse è necessario rivedere qualcosa, al momento nulla sembra funzionare realmente».