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Dosso, dopo lunga sofferenza è finita l’era Ferroli: a casa in una ventina

Davide Bonesi
Dosso, dopo lunga sofferenza è finita l’era Ferroli: a casa in una ventina

Sito dismesso e dipendenti senza lavoro

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Dosso Una fine inevitabile, passata però troppo sotto silenzio con buona pace della ventina di dipendenti che ora si trovano senza lavoro. È definitivamente finita l’avventura nella nostra provincia del gruppo veronese Ferroli all’ex Lamborghini Calor: l’azienda ha deciso di cessare la produzione di bruciatori fatta proprio a Dosso, peraltro in uno stabilimento non di proprietà, bensì in affitto. La situazione era tornata in evidenza lo scorso autunno, quando la segreteria provinciale della Fiom Cgil nel fare il quadro (drammatico) del lavoro nella nostra provincia aveva citato anche il gruppo Ferroli, al centro delle cronache nel periodo dal 2016 al 2019.
Il gruppo veronese era arrivato a Dosso nel dicembre 2002, poi neppure una quindicina d’anni dopo ecco emergere i problemi con la proprietà che ha iniziato a mettere da subito sul tavolo le due possibilità: cessione o chiusura. Nel gennaio del 2019 la situazione era sempre più complicata per i dipendenti dello stabilimento di Dosso, nel frattempo già scesi a quota 43 con l’avvio di trattative fra i sindacati e la proprietà. Un primo accordo è stato trovato nell’aprile del 2023, quando già parte del personale se ne era andato con incentivo, mentre i dipendenti rimasti hanno avuto la cassa integrazione straordinaria per cessata attività, con il sito di Dosso che è appunto stato dismesso, in concomitanza con la scadenza del contratto d’affitto e il termine della produzione di bruciatori, realizzata qui da quando c’era per l’appunto la Lamborghini Calor.
«Dopo un primo accordo era rimasta una trentina di persone - spiega Chiara Zambonati di Fiom Cgil -, poi nell’ultimo periodo ce ne era poco più di una ventina e al 31 dicembre 2024 è stata anticipata la chiusura, tramite un accordo sull’incentivo economico per i dipendenti in uscita». Altre persone senza occupazione in un panorama provinciale del lavoro che si fa sempre più critico: «Per qualcuno di loro - dice ancora la sindacalista - con due anni di Naspi si può pensare di arrivare alla pensione, purtroppo per tutti gli altri va trovata una soluzione lavorativa e nel breve periodo. Magari, rispetto alle persone rimaste senza lavoro alla Berco a Copparo o quelle a rischio alla Rexnord di Masi Torello in questa parte della provincia ci sono migliori prospettive, ma di questi tempi trovare loro è molto complicato». 
D.B.
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