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Crisi Berco, segretari nazionali dei metalmeccanici a Copparo: “La ditta non ha un progetto di rilancio”

Crisi Berco, segretari nazionali dei metalmeccanici a Copparo: “La ditta non ha un progetto di rilancio”

Manifestazione di solidarietà da parte dei segretari Fim, Fiom e Uilm, nazionali e territoriali: “Non accettiamo il ricatto dei licenziamenti”. E lo sciopero prosegue

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Copparo Ieri bel gesto al presidio dei dipendenti Berco: due signore del Rione Mota hanno portato dei pinzini. «Questo piccolo grande gesto di umanità e solidarietà nei confronti di tutti noi dipendenti presenti al presidio Berco» il ringraziamento dei presenti. Oggi (25 febbraio) invece è tempo di assemblee e a Copparo sono arrivati i segretari nazionali Fim, Fiom e Uilm: “Dal momento in cui l’azienda ha deciso di forzare la mano riaprendo i licenziamenti e riducendo il salario dei lavoratori, la mobilitazione è partita immediatamente. Saremo tutti uniti in una grande manifestazione di forza e solidarietà, con un chiaro messaggio – era sottolineato nella nota di convocazione –: non accettiamo il ricatto dei licenziamenti”. Dalle ore 14 fuori dallo stabilimento Berco si sono raccolte circa 300 persone per partecipare all’assemblea pubblica. 

“Più ci incontriamo con questo management, più ci confortiamo che le nostre ragioni sono tutte valide – afferma al megafono Guglielmo Gambardella della Uilm –. Loro non hanno un progetto di rilancio. Noi come nazionali abbiamo chiesto lo scorso ottobre di portare il tavolo a livello nazionale perché avevamo intuito che questa vicenda sarebbe stata drammatica. Abbiamo subito capito che il destino della fabbrica, di Copparo e anche di Castelfranco Veneto, era messo in discussione. Quando era stata aperta la procedura dei 400 esuberi avevano fatto una fotografia dell’assetto futuro dell’azienda, adesso l’hanno messa in discussione. Oggi, e spero ancora per poco, siamo qui a parlare di sopravvivenza. C’è una storia importante che va difesa: noi dobbiamo difendere a denti stretti questa fabbrica – è l’appello – che ha dato tanto benessere in passato e ne potrà dare in futuro”. Interviene anche Valerio D’Alo della Fim, che esorta: “Contiamo in questa interlocuzione con ThyssenKrupp e contiamo che si continui a lavorare in questa fabbrica, in questo territorio e in condizioni dignitose”.

“Apriamo subito la discussione anche per come sostenere economicamente i lavoratori da qui in avanti – incalza Loris Scarpa della Fiom –. La convinzione c’è, ma c’è un punto che è nella strategia delle imprese di oggi, delle multinazionali ovvero scommettere sul fatto che tanto i lavoratori non resistono, tanto gli ideali e la dignità non è affare di questa epoca. Bisogna spiegare a ThyssenKrupp che i peggiori soldi che sta investendo sono su questo management e su questi consulenti, perché non solo gli stanno costruendo una condizione che i debiti aumentano, ma soprattutto non hanno nessuna capacità di rapportarsi rispetto alla dignità delle persone”. Anche oggi è stato un nuovo giorno di sciopero totale per i tre turni dopo l’invito delle Rsu Berco a partecipare al presidio iniziato alle ore 6: “Abbiamo bisogno di rimanere uniti, di rendere ingovernabile l’azienda – dice Stefano Bondi di Fiom Ferrara, presente insieme agli altri segretari territoriali dei metalmeccanici – e abbiamo bisogno che voi, uniti come avete fatto fino ad oggi, seguiate le indicazione della Rsu. Noi dobbiamo avere la determinazione di rimanere in campo fino all’ultimo giorno della procedura”. Lo sciopero continuerà, dunque, con comunicazioni giornaliere ai lavoratori sul da farsi.