Argenta, mille ettari coperti da pannelli solari. Gli esperti: «Tutelare il verde»
Parla Andrea Panizza, docente di strategia aziendale Unife
Argenta Per un territorio così vasto come quello argentano, un tempo cavallo di battaglia per propositi cooperativi di tipo agricolo, mille ettari di terreno trasformabili in fotovoltaico e agri-fotovoltaico possono sembrare poca cosa. E allora, oggi, con questa invasione di pannelli, quale può essere il futuro?
«L’energia rinnovabile è una delle sfide del futuro – è l’opinione di Andrea Panizza, professore a contratto di strategia aziendale dell’Università di Ferrara e di quella del Piemonte Orientale nonché – ma quando il suo sviluppo rischia di stravolgere il paesaggio, compromettere l’uso agricolo del suolo e alterare gli equilibri ambientali, è doveroso fermarsi a riflettere».
Visti i mille ettari, gli argentani non stanno però riflettendo: «È un dato che non può lasciare indifferenti, soprattutto considerando la vocazione agricola di questo territorio e l’impatto che tali trasformazioni potrebbero avere sulla qualità della vita dei cittadini e sull’ambiente. Argenta si trova in un’area di grande valore naturalistico, con paesaggi rurali che da sempre caratterizzano l’identità locale. L’espansione dell’agri-voltaico – dice ancora Panizza –, potrebbe modificare radicalmente questa realtà. Chi vive nelle zone interessate si troverà distese di pannelli solari sopraelevati, una trasformazione che inevitabilmente cambierà il territorio».
Il fotovoltaico a terra pare abbia i giorni contati a favore dell’agri-fotovoltaico:
«Non tutti i sistemi garantiscono la stessa resa agricola – sostiene Panizza – Non si tratta solo di una riduzione della quantità dei prodotti coltivabili, ma anche di una limitazione nelle tipologie di colture. Ombreggiamento, accessibilità ai terreni e microclima modificato sono fattori che possono incidere sulla qualità e sulla redditività delle coltivazioni. Il rischio concreto è che, dietro la definizione di “agrivoltaico”, si nasconda un compromesso più vantaggioso per gli investitori energetici. Va considerato anche l’impatto sul contesto naturale. Argenta è in un territorio ricco di biodiversità, con una fauna selvatica che potrebbe subire gli effetti di queste trasformazioni. Il cambiamento delle condizioni ambientali, l’aumento delle superfici e la modifica degli equilibri paesaggistici sono aspetti che meritano attenzione».
Poi l’esperto conclude: «È un modello di sviluppo che non sempre tiene conto dell’equilibrio tra innovazione e tutela del territorio – evidenzia Panizza -. Mi chiedo: chi oggi vende terreni agricoli per trasformarli in distese di pannelli solari sopraelevati, cosa lascerà alle generazioni future? Questa è la domanda che la nostra associazione TerreArgenta pone alle istituzioni, sollecitando una riflessione più ampia che vada oltre l’immediato vantaggio economico e che tenga conto degli effetti di lungo periodo. La vera sfida è trovare un punto di equilibrio tra la necessità di produrre energia rinnovabile e il dovere di proteggere il paesaggio, la biodiversità e la vocazione agricola di un territorio che non può e non deve essere snaturato». l
Giorgio Carnaroli
© RIPRODUZIONE RISERVATA