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Il libro

Hitler, “da giovane idealista fallito all’ombra malata di sé stesso”

Matteo Bianchi
Hitler, “da giovane idealista fallito all’ombra malata di sé stesso”

Helga Schneider torna con un nuovo romanzo sul Führer, oggi la presentazione a Ferrara

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Ferrara Mai ha smesso di pulsare quella vena di amara ironia che ha contraddistinto l’intera produzione di Helga Schneider, specialmente nel descrivere i deliri e le contraddizioni del Führer, che si credeva un genio incompreso con una «sacra missione assegnatagli dalla divina provvidenza», ma che si ritrovò incapace di affrontare le sue responsabilità disumane. “Hitler. Mai prima di mezzogiorno” (Oligo, 2025) è il nuovo romanzo della scrittrice tedesca naturalizzata italiana che, oggi (1 marzo) alle 17.30, ospite della libreria Ubik in via San Romano, lo presenterà affiancata dall’editore Giulio Girondi. Il suo esordio letterario e il successo internazionale dipendono da “Il rogo di Berlino” (1995), un’autobiografia che racconta la sua infanzia nella capitale devastata dai bombardamenti nonché l’abbandono da parte della madre, fervente nazista, che scelse di arruolarsi nelle SS come guardia nei campi di concentramento. Il trauma personale e il conseguente riscatto interiore dell’autrice riemergono anche nei successivi “Lasciami andare, madre” (2001) e “L’infanzia di un bastardo” (2002), in cui Schneider continua a misurarsi con gli irrisolti infantili, offrendo al lettore un punto di vista intimo e doloroso sulla Germania hitleriana e il suo retaggio. Rispetto a queste opere, “Hitler. Mai prima di mezzogiorno” intreccia il memoir alla narrazione storica in modo più analitico e rigoroso, pur conservando un tono vivido e diretto.

Il libro Il carattere di Hitler evolve da giovane idealista fallito a dittatore spietato, sino all’ombra malata di sé stesso: Schneider si sofferma sui meccanismi del potere, mostrando la sua ossessione per il controllo assoluto, le manie di grandezza e l’influenza della propaganda orchestrata da Goebbels. Risaltano le dinamiche dei suoi rapporti personali, così il legame perverso con Eva Braun, relegata a un ruolo marginale e invisibile alle folle, e le tensioni coi suoi generali e collaboratori più stretti. Gli ultimi mesi di Hitler sono i più avvincenti e drammatici al contempo, quando il Terzo Reich è giunto al collasso e il Führer si barrica nel bunker, isolandosi sempre più dalla realtà. Circondato da fedelissimi oramai rassegnati alla disfatta, egli continua a impartire ordini privi di senso, auspicando in armi segrete che avrebbero dovuto ribaltare il corso della guerra. Il libro attraversa minuziosamente la vita nel rifugio sotterraneo, come Bruno Ganz vestiva i panni del despota ne “La caduta” (2004), tra paranoie, tradimenti e le giornate interminabili prima del suicidio.