La Nuova Ferrara

Ferrara

Il fatto

Rapina con coltello al benzinaio, i sospettati fermati a Burana

Rapina con coltello al benzinaio, i sospettati fermati a Burana

Dopo il colpo a Composanto (Modena) e il rintracciamento a San Giovanni in Persiceto, è iniziato un inseguimento di 40 chilometri che si è concluso nel Ferrarese

3 MINUTI DI LETTURA





Burana Un inseguimento di quaranta chilometri, da San Giovanni in Persiceto a Burana, dove i carabinieri nella notte tra giovedì e ieri hanno arrestato un cittadino tunisino accusato di essere l’autore di una rapina al danni di un benzinaio di Camposanto (Modena) avvenuta giovedì mattina. La vittima era stata minacciata da due uomini armati di coltello e che gli avevano ordinato di consegnare loro l’incasso di 400 euro, poi erano scappati a bordo di un’auto rubata. La stessa che più tardi era stata intercettata dai carabinieri della stazione di San Giovanni in Persiceto, che avevano imposto l’alt. La macchina aveva così cominciato una spericolata fuga che si è protratta per quaranta chilometri fino a quando, a Burana, i militari erano riusciti a bloccare l’auto. A bordo c’era solo il conducente, arrestato per il reato di resistenza e sospettato di essere uno dei responsabili della rapina alla stazione di servizio. Nell’auto gli inquirenti hanno trovato anche un passamontagna, nessuna traccia però del bottino.

Il racconto «In quarant’anni di lavoro non mi era mai successa una cosa del genere». Andrea Zacchini, 61 anni, è ancora scosso mentre racconta la rapina a mano armata che ha subito giovedì mattina. Erano le 11.40 e l’uomo stava pulendo l’interno di un furgone negli spazi del suo distributore Eni in via Panaria Ovest a Camposanto, quando ha visto arrivare una Peugeot 3008 nera. «Dalla macchina – spiega Zacchini – è sceso il conducente e mi si è avvicinato con fare aggressivo. Aveva il volto coperto e in modo ingenuo ho pensato che fosse una maschera di carnevale. Gli ho chiesto cosa volesse e lui ha tirato fuori un coltello a doppia lama lungo 20 centimetri. Mi ha urlato diverse volte di dargli il portafoglio ma ero pietrificato». Dopo pochi secondi dall’auto è sceso il complice, anche lui con il volto coperto, e con un coltello. «In quel momento non ho pensato più a niente e ho consegnato il portafoglio. Dentro c’erano circa 400 euro, l’incasso in contanti della mattinata». Rubati i soldi, i due sono risaliti sull’auto e sono scappati con il bottino facendo perdere, almeno per quel momento, le loro tracce. Nonostante la paura, il titolare del distributore non ha perso tempo e ha segnato sul telefono la targa dell’auto. Poi ha chiamato i carabinieri, che sono arrivati dieci minuti dopo. «Ho raccontato ai carabinieri com’è andata e ho cercato di ricordarmi qualsiasi dettagli utile all’indagine. Credo avessero entrambi circa 25 anni, con un accento straniero. È stata una situazione molto brutta – conclude Zacchini – ma in questi giorni ho ricevuto l’affetto e il supporto di tantissime persone che mi hanno chiamato o sono addirittura venute al distributore per un saluto».