Ferrara, Daspo confermati per la testa di maiale alla Spal
Il Tar ritiene legittimi i provvedimenti per la protesta del 2020 contro la squadra
Ferrara «Via i porci da Ferrara». E una testa di maiale infilzata. Quella forte contestazione della Curva Ovest davanti al centro sportivo “G.B. Fabbri” di via Copparo del 30 luglio 2020, giorno successivo a una sonora sconfitta per 3-0 in casa del Verona.
Era la stagione dell’inizio del declino, l’ultima in Serie A dopo la sorprendente e storica promozione. A quattro anni e mezzo di distanza, quella protesta ha ancora degli strascichi.
Il Tribunale amministrativo per l’Emilia-Romagna ha infatti confermato due pesanti Daspo che a gennaio del 2021 la Questura aveva emesso nei confronti degli ultras ritenuti responsabili del gesto (i Daspo furono in tutto 7).
Il primo è un Daspo dalla durata di sette anni carico di uno dei tifosi considerato ideatore dell’iniziativa, nonché uno dei leader della tifoseria, peraltro già raggiunto da divieti di partecipare alle manifestazioni sportive sia nel 2018 che nel 2020. La Digos, tramite i messaggi della chat usata dal gruppo “Otto Settembre” per organizzare la protesta, lo ha identificato come l’ideatore delle modalità: striscione con la scritta e l’uso della testa di un maiale per rafforzare il concetto. Questo anche se non era presente al momento del posizionamento dello striscione in via Copparo.
L’altro Daspo – più “leggero”: cinque anni – riguarda un altro partecipante (non attivo) alla chat, che però è stato collegato alla protesta perché ritenuto presente nell’area tramite l’analisi delle celle telefoniche (tale collegamento è stato ritenuto insufficiente dal punto di vista penale, pertanto in quella sede il tifoso è stato assolto dall’accusa di minacce).
I giudici del Tar hanno deciso di recente sui relativi ricorsi, presentati entrambi dagli avvocati Andrea Ferrari e Giovanni Adami. Le decisioni, pur se separate, nelle motivazioni sono pressoché identiche, salvo alcune specificità relative alle responsabilità individuali. Nella sostanza, per i giudici amministrativi, quella forma di protesta integrava «indubbiamente una condotta intrinsecamente minacciosa e intimidatoria» nei confronti della Spal e dei suoi giocatori, tale da giustificare pienamente la speciale misura di prevenzione adottata dalla Questura di Ferrara, che ha il fine di preservare la sicurezza e l’ordine pubblico nelle manifestazioni sportive.