Premio Strega 2025, tra le proposte c’è anche un ferrarese: ecco chi è
Ottantuno titoli proposti per la 79esima edizione del riconoscimento. Il 15 aprile saranno annunciati i candidati ufficiali
Ferrara Sono ottantuno i libri proposti per la 79esima edizione del Premio Strega. Tra i titoli c’è anche “Aqua e tera” (La nave di Teseo) di Dario Franceschini, proposto da Romano Montroni. Il 15 aprile saranno annunciati i libri candidati ufficialmente al premio.
Il romanzo
Dopo la fine del primo conflitto mondiale, nelle campagne ferraresi esplode la rabbia di migliaia di braccianti, sfruttati da decenni nei lavori di bonifica delle valli infestate dalla malaria. I Callegari sono una famiglia di scariolanti e lavandaie che attraversano questo universo di miseria e idealismo, di acqua e terra, in cui sono le donne, prima tra tutte Ginisca, a cercare di cambiare il destino delle loro figlie. La provincia di Ferrara dopo la guerra si trova sotto il dominio incontrastato delle leghe rosse, poi viene travolta dalla reazione delle squadre di camicie nere ed è in questo clima di odio e violenza che si incontrano Tina e Lucia, figlie di un agrario fascista e di un capolega socialista.
Motivazioni
Proposto da Romano Montroni al Premio Strega 2025 con la seguente motivazione: «Dario Franceschini è un autore di grande sensibilità ed eleganza. Il suo Aqua e tera è un romanzo storico potente ed emozionante, ambientato tra la fine della Prima guerra mondiale e il secondo dopoguerra nella provincia ferrarese, insanguinata dalla lotta tra i braccianti socialisti e i fascisti pronti a tutto per conquistare il potere, fiancheggiati dai proprietari terrieri. Storia, politica, famiglia, amore, lavoro sono alcuni dei temi che si intrecciano nella narrazione, con personaggi memorabili attraverso i quali prende vita tutto un mondo: si parte dal passato per arrivare alla modernità, tra speranze, delusioni, violenze, sogni. E intanto si rinnova la memoria della lotta antifascista in un appassionato racconto civile. Protagoniste sono le donne: in campagna come in città, non sono libere di amare, di studiare, di costruirsi un futuro che non sia quello di moglie e di madre. Ma non si arrendono: tenaci e solidali, lottano in segreto perché almeno le loro figlie possano un giorno seguire le proprie inclinazioni sfuggendo al ruolo che la società vorrebbe cucire loro addosso, e così farsi strada in un mondo che non sia soltanto – come si dice nel titolo – “aqua e tera”.»