La Nuova Ferrara

Ferrara

Cambiamenti climatici

Lidi, mare sempre più caldo. Censite novanta specie aliene

Lidi, mare sempre più caldo. Censite novanta specie aliene<br type="_moz" />

Gli scienziati ai pescatori: «Siete le nostre prime sentinelle». Cambiano le catture e attenzione al tossico pesce palla

4 MINUTI DI LETTURA





Lidi Un tuffo in mare per rinfrescarsi? Dimentichiamocelo. Quest’anno l’Adriatico sarà ancora più caldo e l’afa non ci abbandonerà. L’inverno decisamente mite non ha aiutato e la nostra costa si sta “tropicalizzando”. Secondo i dati del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente sulla temperatura del mare Adriatico, dal 1961 a oggi la media annuale è aumentata di quasi 2°C. E le specie aliene aumentano di anno in anno. L’esemplare più famoso è il granchio blu, ma Ispra (l’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale) ne ha contate altre 90, di cui nove potenzialmente nocive.

Il numero rende l’Adriatico il mare italiano con il maggiore numero di specie non indigene, in particolare nella sua parte nord. Per diffondere le conoscenze sulle specie non indigene e al fine di aumentare le possibilità di monitorarne l’espansione geografica, il progetto europeo Balmas (Ballast Water Management System for Adriatic Sea Protection) invita tutti i pescatori a condividere le proprie osservazioni. Ed è quello che ha fatto anche chi lavora in mare a Porto Garibaldi come a Goro.

Da dove arrivano questi nuovi organismi? Com’è possibile che una specie aumenti improvvisamente e cosa sta succedendo al nostro mare? Il problema è complesso ma anche sotto gli occhi di coloro che vivono a stretto contatto con il mare e i suoi abitanti. Alcune specie sono realmente rare, ed è per questo che non le avevamo mai viste, altre arrivano dopo un lungo viaggio, trasportate dalle acque di zavorra delle navi, tramite l’industria dell’acquacoltura o come animali da acquario. Molte di queste introduzioni sono innocue e gli organismi soccombono poco dopo essere stati liberati nel nuovo ambiente. Una specie mai vista prima desta sempre una certa curiosità ma chi scopre per primo questi arrivi? Può sembrare strano, ma di solito, i primi a intercettare queste “novità” non sono gli scienziati ma chi più spesso è in contatto con l’ambiente naturale: pescatori ma anche subacquei e in genere tutti quelli che dedicano la loro vita al mare.

Le specie aliene «Ormai da qualche anno, alcuni pesci la fanno da padroni - spiega Antonio Cavallari, pescatore -. Il pesce spada, per dire, in Adriatico non c’è mai stato mentre le nostre mormore sono state praticamente sostituite dai pesce serra. Sono aumentati gli astici, prima decisamente molto rari e troviamo anche lampughe e leccie». E, aggiunge, «ci sono molte rana pescatrici ed è aumentato notevolmente il numero di tonni». Non solo. «Fino a dieci anni fa andare in mare d’inverno era una sorta di tortura - ricorda Cavallari -. Faceva freddissimo, non sapevamo come fare a proteggerci. Da bambino mio papà metteva in barca una pentola sul gas e gettava l’acqua calda per sghiacciare le pompe. Le barche di modeste dimensioni non uscivano nemmeno a gennaio e febbraio acausa delle temperature troppo rigide. Adesso l’inverno non esiste più e anche noi ci stiamo adattando a nuovi tipi di pesca, ma anche di difesa».

Non è solo il granchio blu a preoccupare e occorre sempre fare molta attenzione a quello che si pesca. Il pesce palla maculato, per esempio, è una specie invasiva, altamente tossica al consumo. Si riconosce facilmente dagli altri pesci palla per la banda argentea sui fianchi e per la presenza di macchie scure sul dorso. L’Ispra ha avviato una campagna di allerta su questa specie. Eventuali avvistamenti vanno inviati all’indirizzo pescepalla@isprambiente.it. Il pesce serra è un vorace predatore. Non è specie esotica ma da diversi anni questo bel pesce si è espanso lungo le coste adriatiche sviluppando grandi abbondanze. I giovani possono formare grandi banchi e predano piccoli pesci costieri a bassa profondità. È una specie molto conosciuta dai pescatori sportivi per la sua aggressività e combattività. «Non si conoscono ancora bene le conseguenze dell’aumento del pesce serra - dice il rapporto di Ispra -, e nemmeno gli effetti della predazione e della competizione con altri predatori (come la spigola)».

Altra specie da tenere sotto osservazione la lepre di mare dagli anelli, un mollusco gasteropode opistobranco appartenente all’ordine degli anaspidei, una grande lumaca senza conchiglia che può raggiungere i 20 cm di lunghezza. Questa specie è molto diffusa nelle acque tropicali e subtropicali dell’oceano Atlantico. La specie è stata osservata occasionalmente lungo le coste Adriatiche. Se disturbata, la lepre di mare dagli anelli può emettere un liquido viola repellente. «Segnalare è fondamentale - la raccomandazione di Ispra -, i pescatori sono i nostri primi informatori».

© RIPRODUZIONE RISERVATA