La Nuova Ferrara

Ferrara

L’editoriale

Il vescovo Perego e il silenzio di tutta Ferrara

Davide Berti
Il vescovo Perego e il silenzio di tutta Ferrara

Il fondo domenicale del direttore de la Nuova Ferrara

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“La strigliata del vescovo”. Avevamo titolato così l’apertura del giornale in edicola mercoledì dopo le parole di monsignor Gian Carlo Perego. Parole chiare e precise alla società ferrarese, giornalisti compresi a suo giudizio, che rischiano "appiattimento" e "indebolimento" per usare le sue stesse parole riferite al mondo e al modo di fare informazione. Ci siamo presi la nostra fetta di critiche. Ci abbiamo riflettuto, sapendo quanto il nostro giornale sta facendo per giocare un ruolo attivo nella provincia. Certo, non bastano eventi per fare analisi. Non bastano pagine dedicate al mondo del volontariato per fare coesione. Ma la volontà di mettersi a disposizione e di creare dibattito è un dato che vorremmo mettere a sistema. Il vescovo, che non a caso è partito dalla comunicazione, ha toccato così i punti nevralgici di quella che dovrebbe essere una comunità attiva: capacità di fare rete, volontà di approfondire temi indispensabili, strategia per rendere viva una società che ha bisogno di un’anima. E tutto ciò cos’ha provocato? Il silenzio. Assordante e preoccupante. Perché sappiamo perfettamente che si è molto discusso nelle stanze, nemmeno troppo segrete. Ma nessuno che abbia messo fuori la testa. Abbiamo aspettato giorni. Sollecitato. Nulla. La regola del proprio orticello è troppo banale per spiegare quanto sia pericolosa questa asfissia del non-dibattito. Eccellenza, ci riproviamo anche noi. Noi ci siamo e ci stiamo a prendere le sue parole, a metterle a disposizione perché nasca un momento di confronto vero, pubblico, anche critico ma utile al futuro. Decidiamo la data, scegliamo un luogo, chiediamo alle amministrazioni e al mondo associativo di aderire. E uniamo i pensieri, contrastanti anche, ma utili a capire dove stiamo andando. Se capiamo che è per il bene della società ferrarese e di tutti i cittadini, siamo già a metà dell’opera, ben oltre il silenzio di questi giorni.