Bimbo nato in auto a Cona, il racconto: «Tutto in 21 minuti, stiamo bene»
La mamma ripercorre l’emozionante parto di Samuele
Ferrara Samuele ora è tornato a casa, circondato dall’amore di mamma Debora e papà Francesco e dalla curiosità del fratellino Gabriele, 5 anni e mezzo, super orgoglioso della rocambolesca nascita del piccolo. Samuele - che alla nascita pesava 3 chili, era lungo 49 centimetri e aveva tutti i parametri perfetti - è venuto alla luce nel parcheggio dell’ospedale di Cona, aveva troppa fretta di farsi coccolare che non ha neppure atteso di arrivare in sala parto. Quei concitati minuti di domenica 2 marzo ora li racconta mamma Debora, che di mestiere fa il commerciale estero in un’azienda veneta. La famiglia vive a Santa Maria Maddalena e quella mattina di 8 giorni fa la donna e il compagno erano a casa mentre - «per fortuna», dicono - Gabriele era a dormire dai nonni. «Abbiamo conteggiato che tra la prima contrazione e la nascita - rievoca Debora - sono trascorsi appena 21 minuti. Già Gabriele era nato con un parto precipitoso e per questo eravamo consapevoli che anche con Samuele non avremmo avuto troppo tempo». E appena la mamma sente che è arrivato il momento ecco che la coppia sale in auto e si dirige verso l’ospedale di Cona. In autostrada non c’è nessuno, devono affrontare anche un piccolo inghippo all’uscita del casello di Ferrara Sud (ma questa è un’altra storia) e intorno alle 7.08 sono nel parcheggio del Pronto soccorso. «Ricordo solo che lungo il tragitto Francesco, che per mestiere deve essere sempre tranquillo, continuava a dirmi "stai calma, siamo arrivati, stai calma"», dice con un sorriso Debora. Il papà abbandona l’auto e si dirige dentro il Pronto soccorso per chiedere un aiuto e una barella. «Non ero in grado di camminare - spiega la mamma - Sentivo che ormai c’eravamo. Ma mentre lui usciva io ho sentito Samuele arrivare e quando Francesco e l’infermiere sono arrivati io avevo già il mio bambino in braccio». Si può solo immaginare la girandola di emozioni, pensieri, preoccupazioni che vengono vissuti in quei frangenti. Nel frattempo scatta l’imponente macchina sanitaria, con Debora e Samuele che vengono subito presi in carico. «Ho ricordi frammentati di quelle prime fasi - ammette la mamma - Ogni tanto e con il passare dei giorni metto a fuoco dei dettagli che mi permettono di ricordare la nascita del mio bimbo. Sicuramente un momento di svolta è quando siamo stati in sala parto e l’ostetrica ha affidato Samuele a Francesco. Ecco, in quel primo, piccolo distacco, ho ripreso lucidità». La famiglia viene accolta con gioia all’interno del reparto del Sant’Anna dove è coccolata e seguita con grande professionalità. «Volevo ringraziare tutti per la cura e l’attenzione. Siamo stati fortunati, sono convinta che qualcuno da lassù ci abbiamo guardato e protetto. Un terzo figlio? No - sorride - per ora dobbiamo ancora capire che siamo in quattro in famiglia, ma siamo felici». E questa è l’unica cosa che conta davvero.