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Addio ai test d’ingresso per Medicina, da Ferrara: “Una nostra vittoria” – Come cambia l’accesso

Addio ai test d’ingresso per Medicina, da Ferrara: “Una nostra vittoria” – Come cambia l’accesso

La Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva la riforma dell’accesso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia. L’idea venne lanciata da Fabbri e Zauli, all’epoca rettore di Unife

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Ferrara La Camera dei Deputati ha approvato ieri in via definitiva – con 149 voti a favore, della maggioranza, e 63 contrari, dell’opposizione – la riforma dell’accesso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, in odontoiatria e protesi dentaria e in medicina veterinaria.

Le novità

La legge cancella i test di ammissione. L’iscrizione al primo semestre dovrà essere libera, mentre al secondo si accederà in base al conseguimento di tutti i crediti formativi universitari stabiliti per gli esami di profitto del primo semestre, da svolgere secondo standard uniformi, e alla collocazione in posizione utile nella graduatoria di merito nazionale. In caso di mancato accesso al secondo semestre, i crediti formativi verranno comunque riconosciuti per consentire agli studenti il proseguimento in un diverso corso di studi tra quelli di area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria. Resta dunque il numero programmato. Obiettivo del provvedimento il potenziamento del Servizio sanitario nazionale in termini di personale (medici chirurghi, odontoiatri e medici veterinari), e la garanzia di una formazione qualitativa, in coerenza con gli investimenti previsti dalla Missione 6-Salute del Pnrr. Il Governo dovrà adottare entro un anno i decreti legislativi.

Da Ferrara

Nel 2018 Alan Fabbri, al tempo consigliere regionale, e l’allora rettore di Unife Giorgio Zauli lanciarono l’idea di abolire il test d’ingresso per garantire un accesso allo studio senza barriere. «Quella sperimentazione, tutta ferrarese, ha spianato la strada a un modello che ora si applicherà a livello nazionale – plaude ora Fabbri –. Quando, da consigliere regionale, insieme al rettore Zauli, abbiamo deciso di puntare sull’ampliamento dei posti a Medicina, molti ci definivano dei folli. Abbiamo sempre creduto fermamente che non potesse essere un test a quiz, di 60 o 90 minuti, a poter stabilire i futuri medici. Avevamo ragione», aggiunge il sindaco, secondo il quale «la nostra città, ancora una volta, è stata modello e luogo di sperimentazione di successo. Da oggi, anche a livello nazionale, tanti studenti avranno la possibilità di inseguire le loro aspirazioni formative e professionali senza più barriere ingiuste. Una grande vittoria».